Home Politica scolastica Conte al Senato “dimentica” la scuola: nessun accenno nel discorso programmatico

Conte al Senato “dimentica” la scuola: nessun accenno nel discorso programmatico

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Discorso programmatico del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, al Senato per la fiducia del proprio esecutivo.

In Senato il nuovo governo può contare su 167 voti certi, 6 in più rispetto alla maggioranza assoluta. Ci sono 58 senatori della Lega e 109 del Movimento 5 stelle.

Oltre ai voti della maggioranza arriveranno altri sì dagli ex grillini e dal Misto. Già annunciato l’appoggio dei senatori Buccarella e Martelli (ex M5S) e dei colleghi del Maie Merlo e Caiata, mentre alla Camera voteranno la fiducia anche i 6 deputati della componente Maie-ex M5S.

Alle 14,30 al via la discussione generale. La replica e le dichiarazioni di voto saranno a partire dalle 17.30. Le operazioni di voto per la fiducia inizieranno alle 19.15. Domani sarà la volta della Camera.

Il discorso del presidente del consiglio

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“È un momento importante per me e per il Paese, avverto pesante la responsabilità. Bisogna offrire risposte concrete ai bisogni dei cittadini”, esordisce il presidente del Consiglio.

“Oggi ci presentiamo a voi per chiedere la fiducia a favore non solo di una squadra di governo ma di un progetto per il cambiamento dell’Italia”, continua Conte.

E aggiunge: “Assumo l’incarico con umiltà e determinazione, mosso solo da spirito di servizio. Da noi un cambiamento radicale di cui siamo orgogliosi. Io sarò garante del contratto, come avvocato che tutelerà l’interesse dell’intero popolo italiano”.

Difende i partiti di maggioranza, M5S e Lega: “Le forze politiche che integrano la maggioranza di governo sono state accusate di essere populiste e antisistema. Se populismo è attitudine ad ascoltare i bisogni della gente, allora lo rivendichiamo”.

Poi continua: “Vogliamo essere pragmatici. Ascolto, esecuzione e controllo saranno i tre pilastri dell’azione di governo. La prima preoccupazione del governo saranno i diritti sociali, progressivamente smantellati negli ultimi anni. I cittadini italiani hanno diritto a un salario minimo orario, a un reddito minimo di cittadinanza, a pagare in maniera semplice tasse eque. Metteremo fine al business dell’immigrazione cresciuto a dismisura sotto il mantello della finta solidarietà”.

E annuncia: “Cambia che combatteremo la corruzione con metodi innovativi come il “daspo” ai corrotti e con l’introduzione dell’agente sotto copertura”.

Sul taglio dei costi della politica, Conte afferma: “Questo Governo intende agire con risolutezza sul taglio delle pensioni e dei vitalizi dei parlamentari”. Quanto al capitolo giustizia, il premier annuncia pene più severe per la violenza sessuale e una “riforma della prescrizione”.

Lungo applauso sulla lotta alle mafie “Contrasteremo con ogni mezzo le mafie, aggredendo le loro finanze”.

Poi spazio alla tragica vicenda di Soumaila Sacko, sindacalista maliano ucciso da una fucilata: “A lui e alla sua famiglia dobbiamo un commosso pensiero”.

Sul piano della sicurezza “potenzieremo la legittima difesa”.

Per la politica estera, “ribadiamo l’Alleanza Atlantica ma saremo fautori di un’apertura alla Russia, ci faremo promotori di una revisione del sistema delle sanzioni”.

L’Europa “è la nostra casa, come Paese fondatore abbiamo il diritto di rivendicare un’Europa più forte e più equa”.

Sulla sanità, infine, Conte batte su “efficienza e qualità dei servizi”, ma nessuna parola sul tema dei vaccini.

E la scuola?

Nelle 24 pagine di discorso programmatico tenuto al Senato, il premier non ha mai citato la parola “scuola” né c’è un paragrafo dedicato ad essa. Spazio, invece, alla ricerca scientifica e alle misure volte a scoraggiare la fuga di cervelli all’estero.

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