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I docenti non sono i guardiani degli alunni. Si rispetti l’orario di lavoro

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Può considerarsi il tema del mese quello relativo alla vigilanza del personale docente nei confronti degli alunni all’uscita da scuola.

ATTENZIONE AL REGOLAMENTO D’ISTITUTO

Infatti, come abbiamo scritto in precedenza, in seguito alla sentenza n.21593 della III sezione civile della Corte di cassazione dello scorso 19 settembre, in merito agli obblighi di vigilanza del personale scolastico, l’opinione pubblica è insorta sostenendo che l’inadempienza a cui si riferisce la sentenza della Cassazione è attribuibile alle norme contrattuali, mentre invece, come sottolineato più volte da questa testata, riguarda solo il caso specifico della scuola condannata, che nel regolamento di istituto aveva previsto una sorveglianza extra.

Infatti, la sentenza dello scorso 19 settembre, si è limitata a stabilire la legittimità della sentenza della Corte d’appello di Firenze n.1052 del 20 giugno 2014, impugnata dall’amministrazione scolastica, che riguardava la morte di un bambino di 11 anni travolto da un bus nei pressi dell’istituto scolastico che frequentava.

 

DOCENTI COSTRETTI A RESTARE OLTRE L’ORARIO PREVISTO

Molti dirigenti scolastici pare si siano fatti prendere dal panico e hanno emanato circolari in cui vengono costretti gli studenti delle scuole medie a restare “ostaggio” della scuola fino a quando non si presentano i genitori, con i docenti a rimanere spesso oltre l’orario previsto.
Fra i tanti casi, quello raccontato dalla pagina di Salerno de Il Mattino, che vede la preside dell’istituto comprensivo di Torrione che ha emanato una specifica circolare che obbliga appunto le famiglie a ritirare i figli al termine delle lezioni, costringendo gli insegnanti dell’ultima ora a controllare le operazioni di uscita.

Dopo le proteste dei genitori, che spesso sono impossibilitati a presentarsi a scuola a causa del lavoro, arrivano quelle dei docenti, che fanno notare, nel corso di un’assemblea: “non siamo i guardiani degli alunni!”, dove hanno richiesto nella stessa assemblea il rispetto delle 18 ore settimanali previste dal contratto.

QUANDO INTERVIENE IL MIUR?

A questo punto, sono in molti a chiedere l’intervento del Ministero dell’Istruzione, magari con una nota in cui si metta nero su bianco i temi portanti della questione, un orientamento preciso su cui possano affidarsi i dirigenti, che in queste settimane sono assaliti da panico e dubbi.