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La prof sfregiata da una coltellata del suo allievo fa autocritica: forse abbiamo fallito noi

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Si mette in discussione, perché forse sente che con un pizzico in più di comprensione il suo allievo non l’avrebbe colpita al volto, sfregiandola, con un coltello a serramanico. Il giorno dopo l’incredibile accadimento, la professoressa colpita dal suo alunno parla dal letto d’ospedale dove gli sono stati messi 32 punti di sutura ed è tuttora ricoverata. “Forse abbiamo fallito”, dice ai cronisti che le chiedono cosa sia scattato nella testa di quel suo studente 17enne, all’improvviso, all’interno dell’istituto superiore Majorana-Bachelet di Santa Maria a Vico (Caserta).

La professoressa d’italiano Franca Di Blasio, 54 anni, ha un rapporto saldo, vero, con i suoi alunni. Per questo non si capacita per quella reazione istintiva, arrivata per le sue insistenze, nei confronti del giovane, a farsi interrogare.

La prof colpita: quello studente non aveva mai dato segni di instabilità

“È da giorni che diceva di essere preoccupato per le condizioni di salute della nonna, ma non aveva mai dato segni di instabilità – spiega l’insegnante – gli ho anche detto che andava bene, che non l’avrei interrogato, poi gli ho dovuto mettere una nota e a quel punto lui si è arrabbiato; ma non avrei mai immaginato quello che poi ha fatto. Sono davvero dispiaciuta, forse abbiamo fallito”.

In quell’“abbiamo fallito” c’è tutta la sua rabbia, il suo rammarico, per come sono andate a finire le cose. Obiettivamente, non sembra proprio che la docente possa prendersi delle colpe per la reazione inconsulta del ragazzo. Lei, invece, sembra andarle a cercare. E, se ci sono, vuole prendersele tutte.

Il giovane rimane in attesa dell’udienza di convalida del fermo

Il 17enne è invece al centro di prima accoglienza minorile dei Colli Aminei a Napoli, in attesa di essere sottoposto all’udienza di convalida del fermo da parte del Gip; il giudice non ha ancora stabilito quando procederà, ha cinque giorni di tempo. L’adolescente risponde di lesioni aggravate, per ora senza premeditazione, nonostante abbia ammesso ai carabinieri di aver introdotto il coltello a scuola dall’esterno.

“L’ho trovato fuori all’istituto – ha detto – non l’ho portato da casa”. I carabinieri, diretto dal capitano Stefano Scollato – con il coordinamento del pm presso la Procura dei Minori di Napoli Ugo Miraglia – hanno poi deciso di non ascoltare i compagni di classe del 17enne; all’aggressione ha infatti assistito anche un’insegnante di sostegno, che ha poi testimoniato confermando il raptus del ragazzo.

La preside ha incontrato gli studenti in assemblea

Intanto, la prof Di Blasio, residente a Montesarchio (Benevento), che dista 35 chilometri dall’istituto, è stata sottoposta ad una consulenza maxillo-facciale presso l’ospedale di Maddaloni dove è rimasta ricoverata per essere sottoposta ad osservazione.

Nel frattempo, “per non lasciare soli i ragazzi con le loro paure”, venerdì 2 febbraio la dirigente scolastica, Pina Sgambato, ha tenuto due assemblee prima al plesso principale della scuola Majorana-Bachelet, quello di Via Claudio, poi a quello di via Fruggieri dove è avvenuto il fatto. “Ancora oggi non ci diamo una spiegazione – dice la dirigente – ecco perché ho organizzato un’assemblea con gli studenti; è un modo per fare una manifestazione silenziosa, glielo dobbiamo ai nostri ragazzi, che hanno bisogno di sentirsi coinvolti in questa storia che non ritengono loro”.