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Violenze contro i docenti, l’ultima moda: offesi con scritte spray sui muri del loro istituto

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Le violenze contro gli insegnanti si estrinsecano in tutti i modi possibili: dalle offese verbali alle aggressioni fisiche, dalle riprese video delle vicende di classe riversate sul web alle chat per ridicolizzarli. Ora, a Napoli, dove la fantasia a volte supera la realtà, arrivano anche sui muri.

Frasi offensive ed “irripetibili”

Sì, perché delle vistose frasi offensive ed “irripetibili”, riportate con vernice spray di vari colori, sono state trovate la mattina del 21 maggio in più punti della facciata della scuola primaria De Amicis: il bersaglio delle scritte è una maestra dello stesso istituto.

La brutta sorpresa – scrive l’agenzia Ansa – ha accolto bambini e genitori alcuni dei quali, per evitare imbarazzanti spiegazioni ai figli incuriositi, hanno raggiunto l’ingresso dell’istituto coprendo anche gli occhi ai bambini.

La dirigente scolastica: fatto gravissimo, si sta superando il senso del limite

“E’ un fatto gravissimo – ha tenuto a sottolineare la dirigente Adelia Pelosi – e aver trovato stamattina la scuola tappezzata di simili scritte fa male soprattutto in relazione ai messaggi rispetto verso il prossimo che noi diamo agli alunni”.

“La maestra oggetto delle offese – ha detto ancora la preside – insegna da anni nella scuola da tutti ritenuta tra le migliori in città. La scuola è lo specchio della società e ne riflette, nel bene e nel male, i suoi vari aspetti, questo episodio, come altri dove i maestri sono stati fatti oggetti di aggressioni fisiche, dimostra la perdita di senso del limite nella reazione proprio come accade sui social dove si esercita senza regole la violenza verbale”.

Dalla scuola è partito l’iter per la denuncia contro ignoti

”Ci siamo già attivati per presentare una denuncia contro ignoti: spero – ha concludo la dirigente – che i social non contribuiscano alla diffusione di queste immagini che fanno male a tutti e non solo a chi è stato direttamente colpito”.

Ora, il pericolo è proprio quello che la “bravata” venga resa pubblica: trasformando gli autori del pessimo gesto in protagonisti che hanno raggiunto il loro obiettivo, ovvero denigrare la maestra.