Secondo il report di GoStudent, ‘Future of Education 2025’, basato sulle risposte di 5.859 tra genitori e figli (di età compresa tra i 10 e i 16 anni) e di 300 insegnanti in sei Paesi europei, più della metà degli studenti, pari al 52%, ritiene che la scuola non li stia preparando adeguatamente per affrontare il futuro.
Inoltre, si fa sapere, attraverso il sondaggio pubblicato da ilnordest.it, che l’86% degli insegnanti italiani vorrebbero più innovazioni e ritengono le simulazioni un metodo di valutazione più efficaci degli esami tradizionali.
Significativo tuttavia l’altro dato, secondo il quale, se il 44% degli studenti ha già accesso a strumenti di apprendimento basati sull’intelligenza artificiale, che sarebbe la percentuale più alta in Europa, il 66% degli insegnanti non ha ricevuto alcuna formazione sull’IA, facendo ciò ritenere al 39% degli studenti che la nostra scuola non stia facendo fino in fondo il suo dovere, come del resto pensa il 52% dei loro colleghi europei.
E infatti, il 63% dei ragazzi vorrebbe insegnanti più preparati sull’intelligenza artificiale, mentre oltre un terzo dei genitori giudica esagerata la preoccupazione per gli smartphone in classe. Competenze come IA, cybersecurity ed educazione finanziaria sono sempre più richieste.
Allo stesso tempo, la fiducia degli studenti nella propria capacità intellettuali, è scesa al livello più basso degli ultimi tre anni.
E ancora: solo il 61% si sente pronto, contro il 77% del 2024 e il 64% del 2023, ad affrontare un mondo guidato dalla tecnologia e dunque si sente sempre meno equipaggiato ad affrontare le sfide di un futuro digitale alimentato dall’intelligenza artificiale.
E se per un verso, secondo gli esperti, il mondo dell’istruzione è rimasto praticamente invariato per secoli, migliaia di bambini, genitori e insegnanti in tutta Europa, chiedono un cambiamento e un approccio più personalizzato, che tenga conto del loro modo di apprendere, combinando metodi online e offline, digitali e in presenza.
I giovani vogliono, viene spiegato, lezioni sull’intelligenza artificiale, sulla salute mentale e sulla risoluzione di problemi concreti, non solo memorizzare nozioni per gli esami e le verifiche. Mentre i prof vorrebbero “usare l’intelligenza artificiale per migliorare il modo di insegnare, per personalizzare le lezioni, stimolare la curiosità e ottimizzare il tempo, ma molti non ricevono il supporto e la formazione giusta per farlo. Se si vuole seriamente preparare la prossima generazione per il futuro- ribadiscono gli esperti- si deve investire negli insegnanti oltre che negli studenti, e questo cambiamento deve iniziare ora.”
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