La tendenza a scattare e condividere foto dei figli, pur spinta da buone intenzioni, non è sempre appropriata. Questo vale per tutti, dai genitori poco attenti a quelli più presenti, che spesso pubblicano immagini o raccontano episodi personali senza considerare la sensibilità dei bambini coinvolti.
Il Garante della privacy, in vista del ritorno a scuola, in un’intervista su Il Messaggero ha ribadito l’importanza di ottenere il consenso dei genitori degli altri bambini presenti nelle foto prima di condividerle online. Una volta pubblicate, infatti, le immagini sfuggono al nostro controllo, e questo è particolarmente delicato quando si tratta di minori. Agostino Ghiglia, componente del Garante per la protezione dei dati personali, invita a un uso più consapevole della tecnologia digitale, prestando maggiore attenzione rispetto al passato.
Questo tema è già regolamentato a livello scolastico, ma sfugge al controllo nelle comunicazioni informali, come nelle chat dei genitori. Le leggi italiane ed europee proteggono i minori in quanto soggetti vulnerabili, ma le conversazioni online spesso violano queste tutele. È necessario utilizzare le chat con cautela, limitando le informazioni condivise, specialmente quelle riguardanti i minori.
Ghiglia insiste sull’importanza di proteggere la privacy dei bambini, evitando di pubblicare foto senza consenso, come avviene nelle scuole che chiedono l’autorizzazione per la diffusione delle immagini delle gite scolastiche. Le stesse regole dovrebbero valere per le chat private. Le foto, una volta online, possono finire in contesti inappropriati, esponendo i minori a rischi. Anche se si diffondono informazioni o immagini all’interno di una chat, non bisogna dimenticare che la rete corrisponde alla realtà, e le violazioni della privacy sono perseguibili.
Fenomeni come il cyberbullismo, le sfide online e la diffusione di contenuti illegali stanno aumentando, quindi è fondamentale agire con consapevolezza e giudizio. “Non demonizziamo le chat – ha detto Ghiglia – ma vanno usate con giudizio, per socializzare, veicolare notizie utili ma non morbose informazioni. Il resto va fatto col il consenso dei genitori“
Ghiglia sottolinea inoltre che i ragazzi sembrano essere più consapevoli della propria privacy rispetto ai genitori, che spesso, seppur in buona fede, espongono i propri figli condividendo immagini e informazioni personali senza riflettere sulle conseguenze.
In conclusione, è importante fare un passo indietro: le foto dovrebbero tornare ad essere conservate in ambito privato, anziché essere pubblicate senza consenso.
Anche i risultati scolastici e le condizioni di vulnerabilità di un minore non dovrebbero essere divulgati fuori dall’ambito scolastico. La privacy dei minori va tutelata con campagne informative, e dobbiamo ricordare che ciò che viene messo in rete rimane per sempre. I genitori sono i principali responsabili della protezione della privacy dei propri figli e di quella degli altri.
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