Attualità

Gioca d’azzardo un minore su quattro

Sarebbero circa 90mila i minori giocatori problematici, mentre quelli a rischio di dipendenza o disturbo da gioco d’azzardo (Dga) hanno raggiunto la cifra di oltre 136mila.

In altre parole, un minore su quattro in Italia pratica il gioco d’azzardo.

I fattori di rischio sono diversi e spesso connessi tra loro, dunque sia di natura personale sia ambientale che è poi il contesto in cui si vive. Da qui anche il controllo sulle dispersioni scolastiche e gli abbandoni, considerato pure che molti giovani lasciano la scuola per seguire spesso vie ludiche, nelle sale apposta attrezzate.

Vita.it, proponendo una inchiesta sui giovani e il gioco d’azzardo, distingue tra “giocatori d’azzardo a rischio” e “giocatori d’azzardo problematici”.

I “giocatori d’azzardo a rischio” dedicano sempre più tempo e denaro al gioco, aumentando il rischio di sviluppare problematiche legate alla dipendenza da azzardo. Il loro approccio all’azzardo non si può definire “sociale” ossia e mero passatempo né saltuario. 

I “giocatori d’azzardo problematici” sperimentano invece già difficoltà significative a causa del loro comportamento di gioco. L’azzardo infatti interferisce con vari aspetti della loro vita, come le relazioni familiari, il lavoro, la situazione finanziaria. 

In ogni caso, per entrare in questa sorta di inferno, dal quale è poi difficile uscire, bastano quei fatidici dieci minuti per giocare a molteplici giochi con il proprio smartphone, quando si è in coda, a ricreazione a scuola o mentre si aspetta il pullman, come hanno dichiarato tanti minori ai ricercatori dell’Istituto superiore di Sanita

Incrociando questi dati con quelli che riguarda studenti dai 15 ai 19 anni, si vede che il 53% dei ragazzi e delle ragazze, pari a circa 1,3 milioni di persone, ha giocato d’azzardo nel corso dell’anno e, fra questi, quasi 800mila sono minorenni, mentre 120mila sono gli studenti con un profilo problematico di cui oltre la metà (63mila ) minorenni. 

Nel dettaglio: 1 ragazzo su 4 gioca d’azzardo; complessivamente sono 90mila i giocatori minorenni problematici; 136mila i giocatori a rischio dipendenza.

E di fronte a questi dati, cosa può fare la scuola? 

Intanto importante è la  corretta informazione sia in merito alle differenze fra gioco legale ed illegale ma soprattutto alle conseguenze di cadere nel vortice della ludopatia. E poi, cercare il sostegno, alle iniziative che si possono svolgere a scuola, di associazioni e cooperative sociali che realizzano informazione e sensibilizzazione, informando correttamente i genitori degli alunni sui rischi del gioco d’azzardo legati in particolare ai minorenni.

Peso però predominante sugli alunni hanno i genitori e dunque la famiglie, mentre studi hanno dimostrato che se uno, fra mamma o e papà, giocano, quasi 2 ragazzi su 3 (il 64%) giocheranno, mentre solo il 9% dei figli senza genitori giocatori inizierà con scommesse e gioco d’azzardo. 

Per questa ragione ancora di più l’educazione a scuola può essere determinante per rintuzzare la ludopatia fra gli studenti e dunque l’importanza dell’insegnante come primo “presidio di prevenzione” nei luoghi frequentati ogni giorno dai giovani.
da questo puto di vista, molti espressi pressano affinché gli insegnanti siano formati rispetto al gioco d’azzardo, sia sano che patologico, a saper individuare i segnali di allarme nei comportamenti degli studenti, a fornire informazioni corrette e a progettare interventi di prevenzione efficaci nella scuola, anche in collaborazione con altri esperti.

Pasquale Almirante

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