La legge di bilancio 2025 non piace ai sindacati. Lo scorso 31 ottobre la Flc Cgil ha manifestato in decine di piazze italiane contro la manovra del governo Meloni. Lo stesso sindacato comunica gli emendamenti proposti al disegno di legge:
Incremento del fondo per il miglioramento dell’offerta formativa (FMOF) di 800 milioni di euro rispetto all’attuale dotazione finanziaria, al fine di riconoscere e valorizzare adeguatamente le prestazioni aggiuntive di tutto il personale – docente e ATA – delle scuole impegnato a dare piena attuazione alle numerose innovazioni ordinamentali e progettuali che stanno investendo il sistema scolastico.
Raddoppio delle risorse stanziate per la valorizzazione del sistema scolastico da 122 a 244 milioni per l’anno 2025, da 189 a 378 milioni per il 2026 e da 75 a 150 milioni a decorrere dal 2027, al fine di far fronte alla crescente richiesta di integrazione e formazione degli alunni con disabilità, attraverso la progressiva attuazione di un piano straordinario di immissioni in ruolo del personale docente di sostegno e la trasformazione in posti in organico di diritto di tutti i posti attualmente in deroga. L’incremento delle risorse è inoltre finalizzato ad implementare l’organico del personale Ata, rafforzando i servizi amministrativi e tecnici delle scuole e le funzioni di ausilio agli alunni, attraverso il superamento degli attuali limiti alle assunzioni sul turn over.
Estensione della carta docente anche ai docenti con contratto di supplenza al 30 giugno, per evitare il protrarsi di inaccettabili discriminazioni tra il personale e mettere fine all’ingente contenzioso che sommerge i tribunali amministrativi e che vede l’Amministrazione sistematicamente soccombente, dopo le pronunce della Corte di Cassazione oltre che della Corte di giustizia europea.
Stanziamento di risorse finalizzate all’attivazione dei percorsi di formazione iniziale abilitanti presso le Università statali, al fine di garantire un’offerta formativa presente in tutte le regioni e per le diverse classi di concorso che produca un numero di abilitati adeguato al fabbisogno della scuola, supporti il sistema universitario e diminuisca i costi a carico dei corsisti, attualmente fino a 2.500 euro per ciascun percorso.
Abrogazione dei vincoli normativi che limitano la sostituzione del personale ATA temporaneamente assente, per assicurare il personale necessario al regolare svolgimento di tutte le attività amministrative assegnate alle scuole e garantire la continuità della vigilanza degli alunni.
Eliminazione di tutte le pratiche amministrative non pertinenti alla missione scolastica (pensioni, liquidazioni, ricostruzione di carriera), per assegnare alle segreterie scolastiche i soli compiti funzionali alla gestione della didattica e del servizio scolastico.
Mantenimento anche per l’a.s. 2025 della deroga del 2,5% ai tagli previsti dal dimensionamento scolastico e assegnazione di un dirigente scolastico e un Dsga titolari a ciascuna delle istituzioni scolastiche che conserveranno l’autonomia anche per l’anno scolastico 2025/2026, al fine di mitigare gli effetti negativi prodotti dal dimensionamento scolastico sulla riorganizzazione della rete scolastica, specie nelle aree geografiche particolarmente isolate e disagiate ed evitare, specie in questa fase particolarmente complessa per le scuole impegnate nell’attuazione delle riforme PNRR, un ulteriore incremento del numero delle scuole affidate in reggenza.
Assunzione docenti idonei concorsi 2020 e 2023. Al fine di contrastare l’instabilità del sistema scolastico e la precarietà lavorativa, è necessario che si proceda celermente, prima dell’emanazione di nuovi bandi, all’assunzione di tutti i docenti che hanno superato le prove delle precedenti procedure concorsuali.
Pagamento supplenze brevi e saltuarie. Per assicurare regolarità e certezza nel pagamento degli stipendi a tutto il personale scolastico, occorre che la spesa per la retribuzione dei supplenti brevi e saltuari, che ad oggi riscuotono lo stipendio anche con molti mesi di ritardi, venga trattata alla stregua di partita di spesa fissa, come già avviene nel caso degli stipendi del personale supplente in maternità).
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