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Lezioni di “ginnastica militare” per bimbi dai 3 ai 14 anni nella palestra scolastica, i docenti: “Lontane dai valori della scuola”

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Che legame può avere il mondo bellico con la scuola? In tempo di guerra, con il conflitto in terra ucraina in corso, e con l’idea di inserire nuovamente la leva obbligatoria che serpeggia in alcune sedi politiche, questo è quello che si sono chiesti i docenti dell’istituto comprensivo Renato Fucini di Pisa, quando hanno saputo di un particolare accordo tra il Comune e un ente privato. Quest’ultimo prevede l’uso della palestra della scuola per l’organizzazione di vere e proprie lezioni di “ginnastica militare” per i più piccoli.

Che tipo di ginnastica?

La faccenda è stata riportata da IlFattoQuotidiano.it. Il Comune toscano, nel dettaglio, ha deciso di concedere la palestra della scuola all’ente per svolgere una lezione di prova di questa disciplina particolare: ginnastica dinamica militare, basata “sull’utilizzo di spirito e corpo delle dinamiche di appartenenza militare“, con un metodo “atto a forzare con la dovuta aggressività le barriere resistenti psico-culturali“, attraverso un “impegno che serve a creare coesione come nelle caserme militari”. L’iniziativa è prevista per il 19 settembre.

Tutto ciò ha scatenato l’ira della maggior parte degli insegnanti. Il collegio docenti ha infatti espresso un dissenso unanime. “Il testo unico delle disposizioni legislative in materia di istruzione“, scrivono i docenti in un documento, “prevede che le attrezzature scolastiche siano utilizzate, al di fuori dell’orario del servizio scolastico, solo per attività che realizzino la funzione della istituzione scolastica di centro di promozione culturale, sociale, sportiva e civile”. In questa definizione non rientra quindi “una ginnastica a corpo libero programmaticamente dura e vocata all’aggressività in cui vi è una conduzione dell’allenamento da parte dell’istruttore con comandi in stile militare”.

La condanna dei docenti

Insomma, secondo gli insegnanti non è proprio il caso di coinvolgere i piccoli alunni in eventi del genere, totalmente in contrasto con i valori portanti della scuola. “È quanto più lontano dai valori scolastici della scuola italiana e da quanto noi stessi docenti mettiamo quotidianamente nel nostro lavoro in classe”, hanno chiosato.

Resta da vedere se il sindaco della città Michele Conti accoglierà le proteste dei docenti o se continuerà per la sua strada.