Il “giro di vite” del Viminale per il contrasto al consumo e allo spaccio di droga e dei fenomeni di bullismo che riguardano i più giovani, comincia ad avere effetti sul piano pratico: l’iniziativa “Scuola Sicura” sta infatti producendo, già a pochi giorni dal varo, una maggiore attenzione verso la presenza, la compravendita e anche l’assunzione di sostanze stupefacenti in alcuni istituti secondari, quasi sempre di secondo grado.
Diversi fatti di cronaca accaduti negli ultimi giorni, confermano questa tendenza, con studenti colti in flagranza, verso i quali scattano con più frequenza le sanzioni già previste in queste circostanze. Partiamo da quello più recente, del 19 settembre, quando uno studente di 15 anni che frequenta la prima media di Lioni, in provincia di Avellino, è stato arrestato su disposizione della Procura del tribunale dei minorenni di Napoli e “ristretto” in una struttura detentiva del capoluogo campano.
L’operazione, anche questa rientrata nell’iniziativa “Scuola sicura”, si è svolta con i carabinieri che hanno atteso l’ingresso in classe degli studenti per poi fare irruzione nell’istituto scolastico campano.
I carabinieri hanno scovato la sostanza grazie al cane antidroga “Zidane”, che nel corso delle perquisizioni è stato decisivo per scoprire la bustina di pochi grammi di marijuana che il ragazzo custodiva in tasca.
In una operazione simile, qualche giorno prima, era stato arrestato uno studente di 19 anni di un istituto superiore di Avellino, trovato in possesso di cocaina e di 38 stecche di hashish destinate alla vendita.
Il 13 settembre scorso in due istituti scolastici di Catania gli agenti hanno sorpreso alcuni giovani a fumare spinelli.
Ai ragazzi è stato contestato l’articolo di legge che sanziona l’uso personale di sostanze stupefacenti che prevede, tra l’altro, la sospensione della patente e l’obbligo di frequentare corsi di recupero terapeutico.
Il giorno successivo, sempre a Catania, 13 studenti che fumavano sigarette durante la ricreazione furono identificati dagli agenti, che sanzionarono nove di loro per divieto di fumo in luogo pubblico.
Per i ragazzi è scattata anche la sospensione dalle lezioni da tre a cinque giorni, anche se con obbligo di frequenza e, previo assenso dei genitori, con l’impiego in lavori socialmente utili in istituto.
“È assurdo – ha fatto sapere l’Unione studenti Sicilia – che vengano utilizzati la polizia, il controllo degli studenti e l’esclusione come se fossero degli strumenti educativi, come se potessero essere utili a dare ‘sicurezza’ agli studenti. Non si può privare la scuola del suo ruolo educativo e intrinsecamente pedagogico che poco ha a che vedere con bigottismo, censure e repressione: è impensabile che ‘educare’ gli studenti significhi espellerli dalle scuole“.
L’Unione studenti dell’Isola hanno fatto sapere che in occasione dell’annunciata mobilitazione nazionale del prossimo 12 ottobre, scenderanno in piazza anche per esprimere la loro contrarietà contro i provvedimenti adottati nei confronti dei ragazzi sanzionati.
“Per noi studenti e studentesse – hanno concluso – le ‘Scuole sicure’ sono quelle in cui muri, tetti e finestre non crollano, in cui non rischiamo la vita entrando, ma anche quelle in cui non siamo costantemente spiati, controllati, perquisiti e schedati“.
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