“Un’indagine Ocse ci dice che siamo gli ultimi nel mondo occidentale a non sapere interpretare addirittura una frase semplice: mi sembra che il presente non dia una visione ottimistica sulla preparazione dei nostri alunni. Bisogna sicuramente portare al centro le conoscenze. Ma non significa tornare al passato, perché determinati meccanismi mentali, come imparare una poesia a memoria, aiutano nello sviluppo dell’approccio alle conoscenze”. A dirlo alla ‘Tecnica della Scuola’ è il sottosegretario all’Istruzione Paola Frassinetti, a commento delle nuove Indicazioni Nazionali per il primo e secondo ciclo di istruzione annunciate in questi giorni dal ministro Giuseppe Valditara.
“Studiare la storia antica – sostiene Frassinetti – è importantissimo, perché noi abbiamo dei pilastri umanistici e classici davvero importanti: so che ci sono anche dei professori di sinistra molto soddisfatti che possa tornare il latino come lingua. Come il potenziamento della matematica e delle attitudini logiche e deduttive degli studenti. Quindi nessun spavento: non si tratta di tornare alla scuola ottocentesca, ma di capire che avere abbassato troppo l’asticella dell’apprendimento, così come dice anche il professor Ricolfi in alcuni suoi libri, ha creato una scuola dove purtroppo la preparazione e la cultura generale non è sufficiente”.
Frassinetti ha anche parlato del liceo made in Italy (“va a coprire un vuoto”) e dell’importanza di realizzare una scuola che torni a essere “ascensore sociale, dove anche chi non ha una famiglia facoltosa alle spalle possa avere le stesse chance di istruzione”.