
Oggi, 17 aprile, si è tenuta una conferenza stampa con protagonista il mondo dell’educazione, della scuola e della ricerca sulle nuove indicazioni nazionali per la scuola primaria alla Camera dei Deputati per ribadire il “no” al documento presentato come bozza lo scorso 11 marzo. Tra i promotori Avs e Flc Cgil.
“Inaccettabile”
Un impianto inaccettabile, con un chiaro ritorno al passato, pedagogicamente inconsistente e con un modello di consultazione farsesco e umiliante: questo rappresentano – per una ventina di associazioni e realtà rappresentative del mondo della Scuola, dell’Università, della Ricerca, della cultura, del sindacato e della società civile – le nuove indicazioni. Lo riporta Ansa.
Queste realtà, nel giorno in cui si chiude la consultazione da parte delle scuole sulla bozza messa a punto dalla commissione, hanno preso carta e penna per scrivere al presidente della Repubblica Mattarella ed agli editori, come hanno reso noto stamane.
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Nuove Indicazioni Nazionali rifiutate in toto
“Rifiutiamo nel merito queste indicazioni, ne rifiutiamo l’impianto e rifiutiamo anche il metodo di lavoro adottato alla commissione Perla e la sua composizione, chiusa al pluralismo, che ha escluso una lettura delle diverse sensibilità del paese con un orizzonte fuori dalla realtà in cui le scuole operano”, ha detto Monica Fontana di Flc Cgil e Proteo Fare Sapere.
Elisabetta Piccolotti (Avs) ha parlato di un “impegno per provare a costruire un fronte di opposizione che possa portare ad una rilettura” di queste indicazioni e di un “atteggiamento autoritario e verticistico nella consultazione: è una farsa colossale”.
“Se passasse l’impostazione di Valditara – continua la parlamentare rossoverde della Commissione cultura di Montecitorio – avremmo una scuola più povera, ridotta a strumento di propaganda ideologica per il Governo in carica. Per scrivere Indicazioni che abbiano un valore oggettivo e scientifico occorre un confronto serio, ampio e inclusivo con tutti gli attori in campo, confronto che è completamente mancato e che si è tradotto in un questionario inviato alle scuole in cui non si poteva nemmeno esprimere dissenso. Quindi hanno fatto bene le associazioni – conclude Piccolotti – a chiamare alla mobilitazione insegnanti, dirigenti e corpo docente. Ogni spazio democratico deve essere occupato per opporsi a questa visione calata dall’alto di una scuola con impostazione nazionalista e di propaganda sovranista”.
“Scade oggi la possibilità per i docenti delle scuole italiane di rispondere al questionario sulle Indicazioni nazionali 2025 volute da Valditara. Peccato, però, che in quel questionario manchi un elemento fondamentale: la possibilità di esprimere dissenso e proporre alternative. E ci credo: sarebbe stato sommerso da sonore bocciature”, Così Nicola Fratoianni di Avs.
“La scrittura delle Indicazioni nazionali dovrebbe nascere piuttosto – prosegue il leader di SI – da un confronto ampio, partecipato e inclusivo. Ma a Valditara e al Governo Meloni, l’impostazione democratica sembra andare stretta. Si preferisce imporre dall’alto linee guida che riportano la scuola indietro di trent’anni, chiedendo persino agli insegnanti di impostare l’attività su Dio, Patria e famiglia. Per fortuna – conclude Fratoianni – l’Italia non è come Valditara: larga parte della scuola del nostro Paese sta respingendo con fermezza questa visione anacronistica, riaffermando il valore di un’educazione libera, laica e pluralista. Noi faremo tutto ciò che è possibile per fermarne l’entrata in vigore e chiediamo a questo punto che il Ministro apra immediatamente a una riscrittura partecipata delle Indicazioni”.
Irene Manzi (Pd), presente alla conferenza stampa con le colleghe Cecilia D’Elia Sara Ferrari, si è chiesta “dove sia il ministro Valditara davanti al grande dibattito e alla grande mobilitazione democratica che sta difendendo e rilanciando il concetto di scuola democratica. Chiediamo con forza al Ministro Valditara, proprio nel giorno in cui si chiudono consultazioni farsa, di tenere aperto il dialogo con i rappresentanti del mondo della scuola, dell’università, del sindacato e della società civile sul futuro delle Indicazioni nazionali. Purtroppo, la fase di confronto è stata troppo sbrigativa con modalità di ascolto non sufficienti a garantire un’analisi e un un dibattito approfondito su un testo così importante per il futuro della scuola italiana. Parliamo di un documento fondante che nella versione proposta dal Ministro Valditara rischiano di produrre danni profondi sullo sviluppo e la crescita di un pensiero critico nelle generazioni più giovani e sulle loro opportunità formative. È fondamentale aprire una vera, ampia e seria discussione nel Paese su questo tentativo di cambiare la scuola italiana per imporre un modello reazionario che scardina anni di innovazioni didattiche e conquiste della pedagogia moderna. La destra non può intendere la scuola come terreno per imporre una visione ideologica che mira a dividere il mondo della scuola”.
Questionario Indicazioni Nazionali, le sezioni
Il questionario è strutturato in diverse sezioni alle quali si può rispondere in gruppi formali o informali, con le modalità decise da ciascuna scuola. Si apre con domande sulla struttura generale del documento delle Nuove Indicazioni nazionali per passare al tema delle finalità della scuola dell’infanzia e del primo ciclo al profilo dello studente.
Poi si toccano la questione della organizzazione del curricolo e il rapporto tra autonomia delle scuole e Nuove Indicazioni nazionali.
Non mancano domande su valutazione e valorizzazione nella scuola del primo ciclo.
Dopo di che si entra nel merito dei contenuti specifici a partire da struttura delle Indicazioni della Scuola dell’infanzia e campi di esperienza.
Si passa quindi alla struttura di ciascuna disciplina (italiano, latino, lingua inglese, seconda lingua comunitaria, storia, geografia, matematica, tecnologia, scienze, musica, strumento musicale, arte e immagine, educazione motoria/educazione fisica).
Per molte discipline, si chiede se si condivide l’impianto che prefigura un percorso “verticale” degli studi meglio scandito e articolato, se sarebbe più utile ampliare le conoscenze suggerite nelle diverse classi del primo ciclo, o se l’approccio metodologico, pur innovativo, richiederebbe maggior peso e tempo.
Si chiude con domande sul livello di leggibilità del documento, sia dal punto di vista linguistico che grafico.
Cosa cambierà?
In sintesi, le novità che Valditara intende portare avanti sono:
- Possibilità di inserire il latino nel curricolo a partire dalla seconda media;
- Abolita la geostoria nelle superiori;
- Centralità alla narrazione di quel che è accaduto nella nostra penisola dai tempi antichi fino ad oggi;
- Più musica, letteratura, epica, filastrocche e grammatica alla primaria.