Una mensa scolastica
In questi giorni si è parlato moltissimo della misura di un comune della provincia di Arezzo: pane e olio forniti mensa ai bambini le cui famiglie non hanno pagato la retta della mensa scolastica. Come riporta Il Corriere della Sera, il Comune ha fatto, in un certo senso, dietro front.
La sindaca ha sospeso il provvedimento per gli ultimi 11 piccoli alunni i genitori dei quali non si sono ancora messi in regola. Dal pranzo di ieri, martedì 11 febbraio, anche loro sono tornati al menù ordinario. “Era inutile andare avanti con il pasto sostitutivo di fronte a numeri ormai così piccoli. Convocheremo le famiglie e sentiremo per quale ragione non abbiano provveduto a saldare il debito. Nel caso emergano situazioni di effettivo bisogno le segnaleremo ai servizi sociali”, queste le sue parole.
“Nessun dietrofront, il regolamento delle mense resta quello e prevede il pasto sostitutivo per i morosi. Se dovesse tornare a ripetersi questa situazione in cui all’inizio mancavano all’appello dei pagamenti 130 famiglie e 85 mila euro, rifarei esattamente la stessa cosa. Del resto, in questi quasi 8 anni da quando nel 2017 abbiamo varato queste regole, il pane e olio c’è stato tutti gli anni”, ha aggiunto.
Il caso era già scoppiato nel 2017, con la giunta di centrodestra. “Mi meraviglio che ci si meravigli – cade dalle nuvole la sindaca – sono sette anni che è in vigore il regolamento delle mense. Qualcuno forse l’ha scoperto ora? Prima, ai tempi del centrosinistra, era anche peggio, perché era prevista la sospensione dei pasti per i bimbi delle famiglie morose, ora almeno gli diamo pane e olio (la fettunta)”.
“Se qualcuno sa darmi un’alternativa credibile, io sono qui pronta a recepirla. Intanto, abbiamo aspettato per applicare il pasto sostitutivo a pane e olio da settembre a ora, invece del mese previsto. E poi so che con questo sistema, che sarà pure sbrigativo, abbiamo recuperato quasi tutta la morosità scesa da 85 mila a 6 mila euro”, ha aggiunto. “Guardate che la morosità viene quasi tutta dai furbetti, quelli che sono convinti che a non pagare nessuno poi ti dica niente. I veri bisognosi sono i primi che pagano regolarmente. E chi rientra nei limiti della povertà ha il servizio gratuito”.
Qualche tempo fa abbiamo parlato di un avvenimento alquanto traumatico per un bambino di soli quattro anni: il piccolo, iscritto in una scuola di Sulmona, è stato lasciato da solo, senza pranzo, in mensa scolastica. Il motivo? I suoi genitori si erano dimenticati di pagare nove euro.
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