Siamo nel punto dell’anno scolastico in cui la programmazione annuale del Consiglio di Classe deve declinare gli obiettivi trasversali delineati, anche nel rispetto delle Linee Guida per l’insegnamento dell’Educazione Civica, in quel tipo di attività che più si prestano allo sviluppo delle competenze di cittadinanza. VAI AL CORSO
Una scuola media della periferia di una grande città del Nord, a forte presenza migratoria, versa in condizioni disastrose: la struttura è semi-fatiscente e porta i segni di rabbia e rancore nei confronti della società. Gli spazi circostanti sono lasciati al degrado: ovunque cartacce, rifiuti, bottigliette di vetro o plastica abbandonate. Oltre il recinto della scuola, vi è un ampio terreno incolto dove crescono arbusti ed erbacce, naturale paravento per attività non propriamente lecite. Il tasso di abbandono è molto alto, così come l’insuccesso.
Sembra una scuola impotente, destinata all’implosione fino a che un giovane dirigente decide di lanciare una sfida: chi vuole fare qualcosa insieme a me? Ben presto un gruppo di genitori si rende disponibile, poi altre persone del quartiere, poi gli insegnanti e gli stessi alunni, specie quelli più svogliati. L’amministrazione comunale non si tira indietro, anzi! Vengono via via coinvolti gruppi, associazioni e le attività commerciali del vicinato e, successivamente, entrano anche realtà produttive di fuori quartiere. Gli incontri si infittiscono così come le idee. Fino a che qualcuno propone: “Facciamo un patto per il nostro quartiere e per la nostra scuola”. Detto fatto.
La scuola comincia a cambiare aspetto e sono gli alunni che si impegnano a garantirne la conservazione; gli spazi esterni vengono ripuliti e viene deciso che quel campo incolto diventi un’area verde a disposizione della scuola per la coltivazione di ortaggi dove gli alunni, grazie anche all’aiuto dei nonni, sperimentano il lavoro dei campi. La scuola rimane aperta fino alle ore serali per consentire le numerose attività rese possibili anche grazie alla creatività dei molti che decidono di mettersi in gioco. Custodi della scuola sono gli stessi alunni o i genitori. Gli alunni sentono di trovare un ruolo, una identità. Sentono di valere, di contare per la scuola. E lo stesso vale per tutti i soggetti che partecipano al progetto.
La scuola comincia ad attirare nuove iscrizioni non solo per la nuova immagine, ma grazie anche al clima collaborativo, all’accoglienza e all’allegria che vi si respirano. E anche nel quartiere si comincia ad avere maggiore attenzione per l’ambiente e un occhio di riguardo per i ragazzi e le ragazze di quella scuola.
Una bella storia? No, tutto vero! Una scuola che si è trasformata perché “sognata”, dove i problemi non sono spariti ma sono diventati più gestibili grazie al coinvolgimento in prima persona di tanti attori tutti animati dall’idea che l’importante è difendere il bene comune più importante: la scuola.
Su questi argomenti il corso Comunità e benessere, dal patto educativo alla coprogettazione, in programma dal 13 ottobre, a cura di Lucia Della Montà.
Nel corso, insieme ad alcuni basilari riferimenti teorici, verranno presentate altre esperienze autentiche condotte da scuole appartenenti ai diversi ordini dove la scuola ha saputo avviare alleanze solide con il territorio fino a formare una vera comunità educante.
Il corso permette inoltre di toccare con mano alcune esperienze realmente condotte per mostrare come attività attentamente trascelte e mirate possano contribuire in maniera importante all’attivazione di migliori climi relazionali interni alle classi e alla scuola, a migliorare il benessere individuale, a costruire identità più solide e più ampie comunità educanti, ossia a porre quelle pre-condizioni che consentono di migliorare i processi di insegnamento-apprendimento e il raggiungimento di risultati scolastici più soddisfacenti.
Nel corso dei 3 incontri saranno presentate, oltre a basilari riferimenti teorici e normativi, esperienze condotte in varie parti d’Italia in scuole appartenenti ai diversi livelli scolastici dove la messa in moto di meccanismi partecipativi ha contribuito al raggiungimento degli obiettivi auspicati in termini di comportamento e responsabilità.
La proposta formativa è pensata proprio per consentire al team docente di far convergere le necessità educative individuate in una progettazione di ampio respiro che permetta agli alunni e alle alunne di sperimentare attività di cittadinanza attiva, di co-progettazione e di collaborazione grazie anche all’apertura al territorio.
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