Attualità

Proposta shock: e se abolissimo i TAR ed il Consiglio di Stato?

Il Consiglio di Stato, dunque, ha sospeso la sospensiva del TAR sul concorso dei presidi.

“L’udienza di merito, successivamente – abbiamo riportato in precedenza – deciderà in via definitiva sul destino del concorso.”

Noi parliamo di continuo di certezza del diritto, per prevenire i pasticci, ma anche per  riconoscere le responsabilità.

Perché poi è, in questo caso, la scuola reale quella che ci rimette.

Allora mi permetto una proposta shock: e se abolissimo i TAR ed il Consiglio di Stato? Non è una provocazione, ma una domanda legittima.

In questo momento, dopo la conclusione dell’anno scolastico, penso qui ad alcune famiglie con i loro ricorsi al TAR, i quali, sollecitati da genitori non disposti a prendere atto delle difficoltà scolastiche dei propri figli, non si limitano a verificare la legittimità e la congruità degli atti, ma pretendono di entrare nel merito delle decisioni dei consigli di classe.

Già Romano Prodi, qualche anno fa, si era espresso per l’abolizione.

In tempi di lotta alla burocrazia, non credo sia fuori luogo ritornare a questo problema aperto. Ben oltre la recente abolizione di alcune sedi distaccate e le polemiche sui privilegi e conflitti di interesse dei consiglieri di Stato.

Mentre negli altri Paesi, ricordava Prodi, queste istituzioni hanno limiti precisi, da noi hanno uno spazio di potere smisurato.

Ricorrere al Tar è diventato da noi quasi un fatto normale. Ovviamente non per i meno abbienti. Per una bocciatura, dicevo, ma anche per un concorso pubblico, per un appalto, ecc.. Senza limiti.

E le conseguenze? Poco importano: ricorsi usati “per scopi che il buon senso ritiene del tutto estranei a un’efficace difesa dei diritti”.

Ricorrere al Tar oggi è diventato lo strumento più efficace contro l’unica vera risorsa che ci può spingere oltre il burocratismo centralistico: l’etica della responsabilità. L’unico antidoto al dominante immobilismo del nostro sistema Paese. Oltre destra e sinistra, oltre i leader che, velocemente, cavalcano i palcoscenici nazionali e locali.

La contromisura? Non occorre essere dei giuristi: abolire la giustizia amministrativa ed accorparla alla giustizia ordinaria. Ovviamente riformata e semplificata, per garantire l’effettiva certezza del diritto.

Gianni Zen

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