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Riforma condotta, Novara: “I docenti diventano giudici assoluti di un alunno, ma la scuola non è un centro di punizione”

Non si placa la discussione alla recente riforma della condotta fortemente voluta dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. Il pedagogista Daniele Novara, nelle pagine de Il Fatto Quotidiano, ha detto la sua, molto critica, opinione.

“Così la scuola diventa un’espiazione”

Ecco le sue parole: “Parto da un presupposto generale: la scuola non è un centro di punizione minorile bensì una comunità di apprendimento. In greco è il luogo dove si coltivano i propri interessi. Per cui è un azzardo, un equivoco, spingere sul tasto della punizione come negli ultimi anni si sta si sta facendo, a discapito della grande pedagogia italiana”.

“È assurdo pensare che uno studente venga bocciato per la condotta e che poi, come pena, debba stare a scuola un anno in più. Così la scuola diventa un’espiazione”, ha aggiunto.

Mancano anche parametri di valutazione oggettivi, a suo avviso: “Gli insegnanti diventano giudici assoluti del destino di un alunno a prescindere da una valutazione che abbia un significato oggettivo. Il compito potrebbe anche essere una buona idea senza la spada di Damocle della bocciatura, il ‘potremmo anche bocciarti al recupero di settembre’ se siamo troppo arrabbiati con te”.

E il compito? “La scuola deve insegnare agli alunni a gestire i conflitti, a comunicare, a discutere, metodi alternativi alla violenza. Devono imparare a lavorare assieme, ad accettare le differenze: obiettivi che la scuola fino agli anni ’90 stabiliva con progetti molto specifici e che sono stati abbandonati. Un ragazzo mortificato non fa altro se non aumentare il suo rancore”.

Voto in condotta, dall’a.s. 2025/26 nuove regole: ecco cosa cambia per studenti e docenti

Il Consiglio dei Ministri, a fine luglio, ha approvato in via definitiva i regolamenti che riformano il voto di condotta e la disciplina della valutazione degli studenti della scuola secondaria. Queste misure, annunciate dal Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, dopo un ampio confronto con studenti, famiglie e il parere positivo del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI), saranno pienamente operative dall’anno scolastico 2025/2026. L’obiettivo è costruire una scuola fondata sulla responsabilità e sul merito, dove il rispetto per la persona e le istituzioni è imprescindibile. Il Ministro ha dichiarato che la riforma rende il voto di condotta un importante strumento educativo per formare cittadini responsabili e consapevoli.

La riforma restituisce centralità al voto di condotta, che assume un valore formativo e non meramente disciplinare. Sarà un indicatore del rispetto delle regole, delle persone e dell’impegno verso la comunità scolastica. Il comportamento degli studenti sarà valutato lungo l’intero anno scolastico e terrà conto, in particolare, di eventuali episodi di violenza o aggressione ai danni del personale scolastico e degli altri studenti.

  • Nella scuola secondaria di secondo grado, un voto di 5 in condotta comporterà la bocciatura automatica, anche in presenza di voti sufficienti nelle altre materie. La stessa sorte varrà per comportamenti gravi e reiterati, come episodi di bullismo, violenze o aggressioni verso docenti e compagni.
  • Un 6 in condotta non sarà più un semplice “campanello d’allarme”: scatterà il rinvio a settembre, con l’obbligo di redigere un elaborato critico su tematiche di cittadinanza attiva, collegato ai motivi che hanno determinato il voto ottenuto. Solo chi supererà questa prova potrà accedere alla classe successiva.
  • Nella scuola secondaria di primo grado, il voto di condotta ora “fa media” e può incidere sull’ammissione alla classe successiva.
  • Alla Maturità, il voto in comportamento peserà sui crediti scolastici: il punteggio massimo sarà riservato solo agli studenti con almeno 9 in condotta.

La funzione delle sanzioni è stata completamente rivista, trasformandole da strumenti unicamente punitivi in occasioni di crescita educativa. Le sospensioni non significheranno più restare a casa. Il Ministro Valditara ha spiegato che “chi sbaglia, non va escluso, ma responsabilizzato”.

  • Le sospensioni fino a 15 giorni non comporteranno l’allontanamento da scuola, ma obbligheranno gli studenti a partecipare ad attività di cittadinanza solidale, legate al Piano Triennale dell’Offerta Formativa.
  • In caso di sospensioni brevi (fino a due giorni), sono previste attività di approfondimento educativo decise dal consiglio di classe.
  • Per gli allontanamenti più lunghi, gli Uffici scolastici regionali individueranno enti o associazioni dove svolgere le attività riparative.
Redazione

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