Il ministero dell'Istruzione in Viale Trastevere a Roma
Dalle notizie che stanno arrivando sul progetto di revisione delle Indicazioni nazionali annunciato da tempo dal ministro Valditara si incomincia finalmente comprendere qualcosa in merito alla procedura che dovrà essere seguita.
Di conseguenza possiamo iniziare a formulare anche qualche ragionevole previsione sui tempi che saranno necessari per mandare in porto il progetto.
Come abbiamo già scritto, l’ipotizzato provvedimento governativo di cui si è parlato un paio di giorni fa non ci sarà.
Questo perché la procedura prevede altro.
La Commissione nominata dal Ministro Valditara deve consegnare al Ministro una prima “bozza” del documento (e, considerato che Valditara è già uscito allo scoperto anticipando alcuni contenuti di cui anche noi abbiamo dato conto, è molto probabile che questo passaggio sia già avvenuto.
Ma questo è solo l’inizio perché poi il testo dovrà essere trasmesso al CSPI (esattamente come avvenne nel 2012 quando il Ministro Profumo lavorò alla revisione delle Indicazioni del 2007 targate “Fioroni” che avevano alle spalle una Commissione alla quale aveva dato il suo contributo persino il filosofo Edgard Morin).
Nel 2012 ci fu anche l’intervento del Consiglio di Stato che però fu chiamato in causa per chiarire un punto specifico; è possibile che questa volta non sia necessario acquisirne il parere.
Va poi detto che in quella occasione la revisione si collegò anche ad una serie di diverse iniziative formative e informative ben descritte nella CM 46 del 2012.
Riportiamo uno stralcio particolarmente interessante di quella circolare.
“Nei prossimi giorni sarà resa pubblica una prima “bozza” generale del testo delle Indicazioni, così come revisionato dagli esperti consultati dall’Amministrazione, anche sulla base degli esiti dell’azione di monitoraggio effettuata nei mesi scorsi, ai sensi della C.M. n. 101/2011. Contestualmente sarà attivato un apposito spazio web nel sito istituzionale ANSAS [si tratta della Agenzia nazionale per lo sviluppo della autonomia scolastica, Ente che ha preceduto l’Indire] per consentire ad ogni scuola di intervenire sull’ipotesi di revisione, che sarà attivo fino al 20 giugno 2012”.
“In relazione a tale opportunità, le SS. LL. [la circolare era diretta agli USR] sono invitate ad agevolare l’iniziativa, promuovendo eventuali conferenze di servizio territoriali rivolte ai Dirigenti delle istituzioni scolastiche del primo ciclo e da docenti da essi individuati, per analizzare modalità, nodi culturali, prospettive della consultazione”.
Insomma, nella scuola reale il tema era vivo e il Ministro cercò di sostenerne la partecipazione e il “protagonismo”.
Alla fine (ma erano passati diversi mesi da quando la Commissione aveva inviato a Viale Trastevere la prima bozza del documento il Ministro Francesco Profumo fece esattamente ciò che prevede la legge in questi casi (la norma è il terzo comma dell’articolo 17 della legge 400 del 1988) e inviò una comunicazione al Presidente del Consiglio Mario Monti allegando il testo delle Indicazioni).
Quasi contemporaneamente firmò un decreto ministeriale (il numero 254 del 16 novembre 2012) che venne pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 5 febbraio del 2013 e che entrò in vigore il 20 febbraio successivo.
Come si vede il percorso fu lungo e complesso e non c’è nessun motivo di credere che questa volta le cose possa svolgersi con maggiore velocità.
Non a caso lo stesso ministro Valditara ha già chiarito che le nuove Indicazioni potranno entrare in vigore nell’anno scolastico 2026/27.
E, se per quell’anno, fosse concesso alle scuole una “pausa di riflessione” per prepararsi o per sperimentare, l’applicazione della riforma potrebbe slittare addirittura alla prossima legislatura, con tutti i rischi del caso.
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