Il docente di filosofia presso una scuola di Roma è stato definitivamente assolto dalle gravi accuse di omofobia, razzismo e comportamenti discriminatori mosse contro di lui lo scorso luglio. Come riporta Il Tempo, a stabilirlo è stata una relazione ufficiale dell’Ufficio Scolastico Regionale del Lazio, che ha concluso l’istruttoria escludendo qualsiasi responsabilità del docente. L’insegnante era stato accusato, tra le altre cose, di aver compiuto il “saluto romano” e di aver costretto gli studenti a imitare gesti osceni. Tuttavia, nessuna delle accuse ha trovato riscontro nelle indagini.
La vicenda aveva preso il via quando alcune foto erano state diffuse alle redazioni di vari giornali, corredate da testimonianze anonime di presunte studentesse ed ex docenti. Le immagini, secondo i resoconti pubblicati all’epoca, mostravano il professore che obbligava gli alunni a eseguire il saluto fascista e simulare atti sessuali. In pochi giorni, il caso era diventato di dominio pubblico, generando un’ondata di indignazione sui social media, con insulti, minacce e richieste di sospensione del docente. La vicenda era arrivata persino in Parlamento, con interrogazioni rivolte al Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, il quale però aveva saggiamente invitato a non affrettare giudizi prima di completare le indagini.
Nel corso dell’istruttoria, è emerso che le foto diffuse erano decontestualizzate e mostravano momenti isolati, in cui il professore non era consapevole di quanto stesse accadendo. Inoltre, la storia personale del professore ha sollevato ulteriori dubbi sulla sua presunta vicinanza a ideologie fasciste o razziste: l’insegnante è stato infatti membro attivo della Sinistra Giovanile, segretario di circolo dei Comunisti Italiani e vice segretario del Partito Democratico. È noto anche per la sua partecipazione al Gay Pride di Roma.
La relazione finale dell’Ufficio Scolastico Regionale ha sottolineato come il docente sia stato assolto non solo per la sua storia politica, ma soprattutto perché l’indagine ha dimostrato l’assenza di prove concrete a sostegno delle accuse. In particolare, non è stato riscontrato alcun coinvolgimento del docente nel presunto “saluto romano”, né nella simulazione di atti sessuali o in altri comportamenti discriminatori verso gli studenti.
L’unico aspetto ancora da chiarire riguarda la questione della vigilanza sull’uso dei cellulari in classe, ma gli avvocati si dicono fiduciosi che anche questa accusa sarà presto archiviata. Secondo i legali, l’indagine interna ha già accertato che il professore non è direttamente responsabile della diffusione delle foto, né ha poteri ispettivi riguardo all’uso dei dispositivi mobili da parte degli studenti.
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