La lettera “Il docente che lavora gratuitamente durante le uscite didattiche deteriora l’immagine della professione” illustra una realtà purtroppo più diffusa di quanto si pensi: quella degli straordinari gratuiti! Nel privato è un fenomeno per certi versi comprensibile, anche se comunque sempre esecrabile: i dipendenti hanno paura di perdere il posto e quindi accettano di lavorare gratis!
Ma nel pubblico – che almeno un vantaggio ce l’ha: quello di non poter essere licenziati per il motivo di cui sopra – è veramente incomprensibile che i docenti si prestino a questa forma di schiavitù moderna. Sono stato insegnante di tedesco e in occasione di scambi culturali con scuole estere più volte mi è stato chiesto: “oggi dopo le lezioni porta i ragazzi stranieri a vedere la città, portali di qui portali di là”. E magari si dovrebbe farlo pure il sabato e la domenica. Ed ecco che il docente si vede trasformato in guida turistica e caricato di ulteriori responsabilità senza percepire unsoldo in più!
E quando si contraccambia la visita? Stessa solfa: “tu sai la lingua, accompagnali in Germania, in Austria…”. E lì sabato e domenica sono scontati. Ovviamente di pagamento delle ore in più non si parla. Gli argomenti per convincere gli insegnanti a volte rasentano il ricatto: “Eh, ma se non organizziamo queste iniziative poi qui da noi non si iscrive più nessuno” (ma a scuola si va per studiare o per fare i turisti?); “se poi non ci sono più abbastanza allievi qualcuno di noi potrebbe essere trasferito…”.
Ha proprio ragione il prof. Tassella quando dice che in base alla nostra Costituzione a ogni prestazione deve corrispondere una retribuzione. Il paradosso è che alcuni di quelli che esortano a fare lo straordinario gratuito sono addirittura … rappresentanti sindacali!Cosa fare? L’unica soluzione possibile è che i docenti oppongano un deciso, convinto, categorico, coraggioso: NO!
Daniela Orla
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