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​​​​​Prove Invalsi e futuro percorso universitario, Flc Cgil: pericolosa ipotesi per etichettare gli studenti

Un’idea sbagliata e da rifiutare, quella di associare all’esito delle prove Invalsi, come certificazione delle competenze acquisite durante gli anni scolastici, il futuro percorso universitario dello studente. Un’idea comparsa in questi giorni su alcuni giornali sintomo di un concetto di valutazione malato, affetto dalla tirannia dei numeri a cui è soggetta la nostra società e che non risparmia neanche i ministeri e il Governo. Così la definisce la Flc Cgil che chiarisce come le prove Invalsi abbiano la funzione di fornire dati per la valutazione di sistema, ma non hanno mai avuto la funzione di valutare le persone, né tantomeno gli studenti, siano essi nel percorso scolastico, siano essi addirittura fuori da esso.

L’Invalsi non risulta essere un ente accreditato per fornire certificazioni, linguistiche e/o disciplinari, è un ente di ricerca – spiega in un comunicato il sindacato – con una certificazione data dall’Invalsi si svaluterebbe l’esito dell’Esame di Stato.

“Restiamo stupiti di fronte a queste ipotesi così poco ortodosse e corrette nel metodo e nel merito – spiega ancora la Flc Cgil – auspichiamo quindi che sia solo una boutade giornalistica e invitiamo invece il governo ed il Ministero a lavorare per definire un sistema di valutazione delle scuole efficace, chiaro, condiviso e trasparente che rispetti la libertà di insegnamento, la sovranità in materia didattico-valutativa dei docenti e del collegio dei docenti e le autonomie scolastiche, e che fornisca al Parlamento tutti gli elementi necessari per valutare l’azione del ministero stesso e del governo nelle politiche scolastiche: ordinamenti, organici, stabilizzazione, rinnovo contrattuale. Il resto è propaganda che non fa bene a nessuno, ma soprattutto denuncia una grave mancanza di obiettivi strategici a media e lunga durata”.

Redazione

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