Secondo un sondaggio di Skuola.net, effettuato su 1.000 studenti delle scuole superiori, emergere che sette maturandi su dieci temono l’esame orale.
Per il 31,6% degli intervistati l’esame orale è il più difficile soprattutto per la mole della preparazione richiesta, mentre per il 39,7% la vera paura sta nell’emozione. A intimorire i ragazzi, infatti, è proprio la reazione che si avrà trovandosi di fronte a una platea di docenti. Il restante 28% teme maggiormente le altre tre prove.
Uno su due studenti si lascia spaventare dall’infinita possibilità di domande a cui verrà sottoposto, il 20% teme il commissario esterno che può far domande a cui lo studente non è pronto a rispondere e il 14% teme la reazione emotiva.
Che cosa aiuterebbe allora lo studente a temere meno il colloquio orale, chiede ancora il sondaggio di Skuola.net?
Per il 42,3% dei ragazzi sarebbe sufficiente sentirsi preparato su tutto il programma, senza lacune.
Per un ragazzo su 4 invece sarebbe necessario poter imparare a controllare l’ansia, uno su sei invece sente la necessità di acquisire maggiore sicurezza in se stessi. E allora quasi un ragazzo su tre vorrebbe seguire a scuola corsi di comunicazione e persuasione, uno su 4 i corsi per gestire ansie e paure mentre il 23% vorrebbe frequentare corsi finalizzati all’apprendimento di un metodo di studio personalizzato.
Ma nelle scuole è difficile che queste attività vengano proposte, solo il 10% dei maturandi dice di sentirsi pronto a sufficienza.
Dunque serpeggia paura fra i ragazzi che a breve devono affrontare gli esami di stato e in modo particolare per il fatto di trovarsi di fronte al fuoco incrociato dei prof durante gli orali. Tuttavia il 42,3%, sulla base del sondaggio, teme gli orali perché pensa di essere impreparato. Una sorta di senso ci colpa duqnue, nella convinzione, forse sbagliata, che nel corso degli anni non si è fatto fino in fondo il proprio dovere. E in questa convinzione c’è anche un’altra componente, quella cioè di fare i conti, a fine carriera scolastica, con lo Stato, rappresentato dai prof esterni che ora per conto proprio delle Istituzioni, chiedono conto e ragione di tutto l’operato dello studente.
Una sorta di sessione valutante insomma in cui i prof vestono le toghe del giudice che, applicando la legge della conoscenza dei contenuti, somministrano meriti e punizioni. E proprio per questo, e in funzione di tale ulteriore ruolo affidato, si dovrebbero molto meglio trattare i docenti e con molta più oculatezza consegnare loro cattedre e sessioni di esame.
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