Venerdì 8 marzo – giornata internazionale della donna – in più di cento paesi del mondo ci sarà uno sciopero delle donne organizzato dai movimenti femministi.
In Italia lo sciopero coinvolge il settore pubblico e quello privato, ed è organizzato da “Non una di meno”, che lo proclama per il terzo anno consecutivo. Non si tratta solo di uno sciopero dal lavoro, ma anche dell’astensione da ogni attività di cura e di consumo.
Non una di meno ha chiarito che lo sciopero è stato indetto per protestare contro tutte le forme di violenza maschile sulle donne: dalla disparità salariale tra uomini e donne, agli ostacoli alla loro libertà riproduttiva, fino al sessismo, all’omofobia e al razzismo.
In Italia lo sciopero delle donne ha incluso in particolare anche il tema del razzismo tra le motivazioni della protesta contro la recente approvazione del decreto sicurezza e immigrazione. Allo sciopero hanno aderito alcuni sindacati di base e quindi esiste una copertura sindacale per tutte le categorie di lavoratrici.
Sarà possibile aderire anche nei luoghi di lavoro in cui non è presente uno dei sindacati che hanno indetto lo sciopero e indipendentemente dal fatto che la lavoratrice sia iscritta al sindacato.
Scuole statali, ospedali e servizi sanitari pubblici territoriali ricevono comunicazione dello sciopero tramite una circolare che il ministero dell’istruzione e la regione sono tenuti a inviare in ogni singola scuola e a ogni direzione di ente ospedaliero o Asl.
“Chi non ha la possibilità di partecipare allo sciopero o alle manifestazioni, potrà indossare una spilla fucsia, che è il simbolo della lotta femminista in tutto il mondo”.
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