Ahmad Sukkar, un abitante di Gaza parlando in mezzo alle macerie della scuola Al-Orouba Nuseirat, nel centro della Striscia, ha detto: “Che crimine ha commesso questa scuola? Insegnava solo ai nostri figli. Tutti i paesi europei, gli Stati Uniti e la Francia sostengono Israele, noi chiediamo solo che un paese arabo condanni ciò che ci sta accadendo, non chiediamo sostegno, vogliamo solo che condannino ciò che ci sta accadendo. Allah ci basta, egli è il miglior garante”.
Queste dichiarazioni, mentre almeno due bambini sono stati uccisi in un attacco israeliano contro un asilo nella città di Rafah, nella parte meridionale di Gaza: ci sarebbero anche decine di feriti.
Nell’asilo avevano trovato rifugio molti sfollati.
Intanto il premier israeliano Netanyahu fa sapere: “Non accetteremo ogni accordo né ad ogni prezzo”.
Ma ha pure confermato che Israele non metterà fine alla guerra fino all’eliminazione di Hamas, il ritorno di tutti gli ostaggi e la fine della minaccia di Gaza per Israele.
A questa dichiarazioni, abbastanza dure, rispondono oltre 800 tra diplomatici e funzionari americani ed europei che hanno sottoscritto un documento congiunto in cui accusano Israele di “gravi violazioni del diritto internazionale” nella guerra scatenata contro Hamas nella Striscia di Gaza.
Costoro chiedono ai governi del rispettivi Paesi di non rendersi complici di una delle più gravi catastrofi umanitarie del secolo”, con il rischio di “pulizia etnica e genocidio”.
Chiesti, inoltre, un cessate il fuoco duraturo, un pieno accesso umanitario a Gaza, il rilascio di tutti gli ostaggi e lo sviluppo di una strategia per la pace, con la creazione dello Stato palestinese e garanzie per la sicurezza di Israele.
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