I lettori ci scrivono

Abilitazioni conseguite all’estero e impossibilità di lavorare

Gentile redazione, 

Vi chiedo di portare nuovamente in risalto l’assurda situazione che sta coinvolgendo migliaia di insegnanti che hanno conseguito la specializzazione sul sostegno o l’abilitazione su materia, in Paesi membri dell’unione Europea.

Il Governo ormai assente e la politica concentrata in una campagna elettorale miope, sta tralasciando questo tema delicatissimo. 
Lo scorso maggio, il ministro Bianchi, attraverso l’ordinanza ministeriale n. 112, (la quale sancisce i regolamenti per i prossimi due anni scolastici), ha inibito e impedito a professori, docenti e maestri della nostra scuola pubblica, la possibilità di insegnare perché ancora in attesa di riconoscimento del titolo conseguito fuori dall’Italia.

Il provvedimento discriminatorio e con una grave violazione del diritto di accesso alla professione docente, previsto dalla direttiva europea n. 36/2005 e dal d.lgs. n. 206/2008, ora sta mietendo le vittime e, come era da immaginarsi, saranno i nostri figli, alunni e studenti a pagarne le spese maggiori.

Infatti, le cattedre e i posti sul sostegno, saranno assegnati da graduatorie incrociate e cioè ad insegnanti o in alcuni casi ad aspiranti esterni, privi di qualsiasi specializzazione. Per questi professori, nonostante complicate e onerose procedure telematiche per la richiesta di equivalenza del titolo, il Miur non risponde affatto e l’unica strada rimane quella legale.

Insomma, percorsi ad ostacoli, che almeno fino allo scorso anno scolastico, erano mitigati dalla possibilità di lavorare (con riserva), e di coprire posti vacanti per svolgere il lavoro desiderato e allo stesso tempo allenare una professione che necessita anche di esperienza. 

Sarebbe opportuno e corretto permettere loro di lavorare e coprire i posti di supplenza riservati agli specializzati. Al contempo fornire risposta, tempi celeri e una regolamentazione sul riconoscimento e su eventuali misure compensative eventualmente necessarie in fase di equivalenza del titolo (ad oggi telematicamente regolamentate ma completamente dimenticate dagli uffici Miur).
La situazione sta scorrendo “sottobanco” nella completa indifferenza. Ci aiuti. L’Europa se esiste deve esserci per tutto e tutti e soprattutto in tutte le sedi.

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