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Ad Harvard cresce la “selva dei suicidi”

Ad Harvard, una delle più prestigiose e ricche università d’America, il giornale studentesco Harvard Crimson ha lanciato l’allarme, facendone un caso giornalistico. Ha infatti pubblicando la prima puntata di una inchiesta sulla tragica verità dei suoi studenti, alcuni dei quali meditano di togliersi la vita.
«Pensavo che sarebbe stato meglio uccidermi che accettare il fallimento», ha raccontato Christine, una allieva dell’ultimo anno, che nel corso dei quattro del college ci ha provato almeno due volte.
La causa comune che spingerebbe i più fragili a farla finita è soprattutto lo stress accademico imposto agli iscritti dell’ateneo Ivy League, insieme a una sorta omertosa chiusura a non parlare con nessuno né a confidarsi di questo buio male oscurò che qualcuno si porta dentro.
“L’email con l’intestazione ‘Triste Notizia’ ci è arrivata nella inbox tre volte dall’inizio dell’anno”, riporta il Crimson, giornale composto da studenti e per gli studenti: “Ogni volta si è aperta con la stessa frase: ‘È con grande dolore che annunciamo la morte di un membro della comunità di Harvard College”.
Parla Martin, che ha tentato due volte di uccidersi: “Mettiamo la maschera di persone che non siamo”. E aggiunge che “un disturbo mentale a Harvard è motivo di emarginazione”. Christine concorda: non ha mai detto ai compagni della sua depressione perchè pensava di essere l’unica a soffrirne. Mentre Mackenzie ha ammesso di aver provato a togliersi la vita due volte al terzo anno dopo avere faticato a finire i ‘paper’ assegnati: “Essere un cattivo studente qui equivale a essere una cattiva persona”. Inadeguatezza, solitudine, sfiducia nella rete di assistenza psicologica fornita dalla scuola.
Sembra tuttavia che tale stato d’animo dentro cui si insinua “l’ospite inquietante” non sia solo un problema dell’università di i Harvard.
L’anno scorso il tasso dei suicidi all’Università della Virginia è stato di 6,18 morti su 100 mila. Nelle stime ufficiali dell’ateneo, il tasso di suicidi a Harvard è inferiore, sotto i 5 su 100 mila, ma il giornale degli studenti, Crimson, calcolandolo sul totale degli studenti del college che si uccidono sul campus o lontano dall’università è arrivato a un 18,8 per centomila ben al di sopra la media nazionale. E se a quel numero si aggiungono i ragazzi che decidono di farla finita dopo essersi messi in aspettativa dagli studi l’indice sale ancora: 24,4 per 100 mila.

Redazione

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