“Bene la proposta di legge Roccella sulla libertà di educazione nelle scuole e sulla condivisione del progetto educativo tra scuola e famiglia. Ora intervenga il ministro Giannini”. Così in una nota l’Age, Associazione italiana genitori, che continua: “Accogliamo con favore la proposta di legge a prima firma Eugenia Roccella, presentata oggi a Montecitorio Age -. Tre semplici articoli per ribadire ciò che sembrerebbe scontato, se i fatti non dimostrassero il contrario. In primo luogo che lo Stato nelle sue funzioni in campo educativo e dell’insegnamento deve rispettare il diritto dei genitori di provvedere all’educazione secondo le proprie convinzioni religiose e filosofiche. Lo sancisce l’art. 30 della Costituzione italiana e convenzioni internazionali. Lo ribadisce anche la Raccomandazione europea all’Italia da cui discende la ‘Strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e l’identità di genere’. Eppure, i progetti formativi e didattici per docenti e studenti che ne sono derivati hanno completamente dimenticato o, peggio, hanno volutamente negato questo diritto, mettendo in atto una rieducazione dei nostri ragazzi alla teoria del gender senza il consenso dei genitori e senza neppure informarli”.
Dice per suo conto Pagano: «Abbiamo chiesto al governo quale sia il ruolo e la competenza di questo organismo, l’Unar, che in modo fazioso, senza essere autorizzato né dal Ministero dell’Istruzione, né da quello delle Politiche sociali, è entrato nelle scuole, anche primarie. Promuovendo la cosiddetta “ideologia del gender” con progetti educativi extracurricolari e piani formativi realizzati ad hoc, senza alcun coinvolgimento o assenso dei genitori che, secondo Costituzione, sono titolari della piena responsabilità educativa dei figli».
Il disegno di legge vuole mettere riparo agli «errori commessi dal governo Monti e dal ministro Fornero. Siamo ancora fiduciosi che questo governo, che non ha ancora assegnato la delega alle Pari opportunità, vorrà porvi rimedio, anche con provvedimenti concreti a carico dei responsabili dell’Unar».
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