Secondo il “Regional Yearbook 2018” di Eurostat, il Sud Italia è la vera emergenza nazionale. Qui infatti si condensa il più alto tasso di disoccupazione giovanile in Europa, il maggior numero di Neet e la minima percentuale di laureati tra chi lavora.
Fra l’altro, secondo i test Pisa e Invalsi, la scuola non sarebbe all’altezza dei suoi compiti, mentre senza un tessuto economico in grado di assorbirli, senza una rete di protezione sociale, che non sia quella famigliare, quando c’è, quello dei giovani meridionali è un percorso a ostacoli che ha pochi eguali nel continente, Grecia esclusa. Così come non ha eguali la distanza che si allarga, di anno in anno, con il nord Italia.
E poi, secondo Svimez, dall’inizio del millennio se ne sono andate dal Mezzogiorno circa due milioni di persone, la metà delle quali erano giovani, la cui assenza diventa la causa primigenia dell’aggravarsi dello stato di salute del Sud.
E non è un caso – scrive Linkiesta.it– che negli anni della grande crisi e del grande esodo, tra il 2007 e il 2016, il reddito pro-capite del mezzogiorno sia diminuito in termini nominali di circa 500 euro, mentre quello del nord Italia è invece aumentato di circa 300 euro.
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