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Anche a New York i prof si lamentano per i tagli all’istruzione

Tempi duri anche per gli insegnanti della Grande Mela: dalla ricca e modernissima New York giunge la notizia che i rimborsi previsti dallo Stato per le spese sostenute dai docenti sono stati ridotti del 42 per cento. Il motivo andrebbe ricondotto ai tagli dei costi decisi dalle scuole per fare fronte alla crisi economica che ha investito il Paese.
Gli insegnanti si vedranno restituire fino a un massimo di 150 dollari, circa la metà rispetto ai 260 dollari dell’anno scorso, per le spese sostenute per esempio per l’acquisto di cancelleria, ma anche per l’acquisto di testi o per materiale utile all’aggiornamento.
Gli insegnanti riconoscono che i fondi statali, il cui stanziamento è previsto da un programma attivo da vent’anni e voluto dall’amministrazione newyorkese, non debbano necessariamente coprire tutte le spese, ma ritengono che un aiuto sia necessario per il loro lavoro. Come sottolineato da Randi Weingarten, presidente dello United Federation of Teachers, sindacato che rappresenta gli insegnanti delle scuole pubbliche newyorkesi, il programma prevedeva inizialmente stanziamenti complessivi per 20 milioni di dollari, ora ridotti a 13 milioni.
La riduzione di fondi rischia ora di alimentare il malcontento tra gli insegnanti, che non vedono riconosciuto e apprezzato il proprio lavoro. “E’ demoralizzante pensare che per risparmiare vengano tagliati i fondi destinati all’istruzione”, dice un insegnante della Public School 112, scuola pubblica del Bronx. Amare conclusioni che sembrano poter essere adottate anche da buona parte del corpo docente italiano, che proprio sul fronte dell’aggiornamento nell’ultima Finanziaria Prodi si è visto sottrarre la possibilità di “scaricare” con la dichiarazione dei redditi il 19% del costo sostenuto per l’acquisto di un computer. Per non parlare dei forti e generalizzati tagli sul comparto scuola previsti dalla Finanziaria approvata a tempi di record pochi giorni fa dal Governo in carica.
Almeno, malgrado l’oceano e le migliaia di chilometri di distanza, per una volta i nostri insegnanti si sentiranno forse più vicini e solidali con quelli newyorkesi.
 
Alessandro Giuliani

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