Anche l’Unicobas ha deciso di aderire alla proposta della LIP (legge di iniziativa popolare). La motivazione è contenuta in poche righe di un comunicato diramato nella giornata del 25 febbraio.
Secondo il sindacato di Stefano d’Errico per fare una seria riforma della scuola non si può prescindere da alcuni punti essenziali.
Intanto l’ultimo anno della scuola dell’Infanzia statale deve essere obbligatorio. E, sempre a proposito di obbligo, si deve andare ben al di là degli attuali 9 anni (“l’ultimo dei quali – sottolinea il sindacato di d’Errico – nato come anno di parcheggio, oggi viene destinato al mero apprendistato”).
Altrettanto netta è la posizione sulla spinosa questione del dirigente “figura – sempre secondo l’Unicobas – di stampo aziendalista che nulla a che fare con una comunità educante e con gli organi decisionali democratici a responsabilità collettiva presenti nella scuola”.
Per concludere, le scuole private devono venire finanziate solo con fondi privati, come prevede la Costituzione.
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Ma l’analisi dell’Unicobas va oltre: “I mali della scuola italiana hanno anche altre cause: in particolare occorre ripristinare uno stato giuridico adeguato per il personale docente ed ata. Con il decreto legislativo 29/93 il governo Amato, col placet di parte del mondo sindacale, privatizzò il rapporto di lavoro della Scuola (ma non dell’Università, dei magistrati, dell’esercito, della sicurezza)”.
“Questo – ribadisce d’Errico – fu il primo passo dell’impiegatizzazione del corpo docente. Da allora non esiste più il ruolo, bensì l’incarico a tempo indeterminato (tipico un tempo del supplente annuale), o a tempo determinato per i precari”.
Anche la cancellazione degli scatti di anzianità stava già scritta di fatto nel decreto 29, ma per la scuola è stato seguito un ‘percorso a tempo’.
Spiega d’Errico: “Erano biennali e sono stati trasformati in 6 ‘gradoni’: il primo di 3 anni, i successivi tre di 6 anni e gli ultimi due di 7. Anche senza alcun rinnovo contrattuale, oggi avremmo una retribuzione molto più alta se avessimo conservato quegli scatti”.
Si possono migliorare le condizioni dei docenti e del personale della scuola – sottolinea l’Unicobas – in un modo soltanto e cioè con un contratto specifico per tutta la scuola fuori dall’area del pubblico impiego e con l’istituzione di un Consiglio Superiore della Docenza (con diramazioni provinciali), adibito a pubblica.
Stefano d’Errico è molto franco e conclude: “Siamo disponibili a sostenere la LIP ma chiediamo al comitato promotore di prendere seriamente in esame la nostra proposta di inserire nel testo della legge anche l’abrogazione delle norme sulla privatizzazione del rapporto di lavoro”.
Richiesta legittima ma sulla quale non sarà facile trovare una mediazione tenuto conto che per la Flc-Cgil, che pure ha deciso di sostenere la LIP, le norme sulla privatizzazione rappresentano una sorta di tabù pressoché intoccabile.
Vedremo se – al contrario – l’Unicobas riuscirà a far accettare la propria posizione sulla questione almeno alle altre “anime” che compongono il sempre più variegato mondo “pro LIP”.
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