Attualità

Ancora violenza a scuola: docente punisce un alunno e i genitori lo picchiano

Ancora un episodio di violenza nei confronti dei docenti. Ormai si susseguono giorno dopo giorno in una spirale che sembra non avere mai fine.

In mattinata il grave episodio accaduto a Palermo (clicca qui), ora un’aggressione, questa volta a Torino.

Secondo quanto riporta la SLC-CGIL di Torino, un docente dell’istituto tecnico commerciale Russell-Moro del capoluogo piemontese ha punito uno studente per un ritardo ed è stato picchiato dai genitori del ragazzo.

Il sindacato, in un comunicato, ha reso noto che il docente non ha permesso all’alunno di stare in aula e lo ha mandato in biblioteca.

Poco dopo, avvertiti dal giovane, si sono presentati a scuola il padre e altri due parenti.

Il docente è stato colpito con un pugno alla mandibola.

I Cobas condannano l’episodio: “Non c’è altra soluzione – dice il sindacato autonomo in una nota – se non quella di rimettere al centro la scuola come ambiente educativo e la funzione docente. Non c’è altra possibilità: se gli insegnanti non riavranno quel ruolo istituzionale che con la “buona” scuola hanno definitivamente perso, la situazione andrà sempre a peggiorare. Per riavere quel ruolo però bisognerà fare delle scelte precise: basta scuola dell’autonomia, basta scuola progettificio, aumenti salariali agli insegnanti e al personale Ata. Tutto gli altri interventi non serviranno sicuramente a modificare il punto di riferimento che la scuola deve avere in una società democratica”.

Dura anche la Cub Scuola di Torino: “Siamo di fronte ad un crescendo di comportamenti analoghi fra di loro strettamente uniti dalla riduzione delle scuole ad aziende che devono soddisfare una clientela e del loro personale ad addetti a questo soddisfacimento. Fatto salvo ovviamente che va ricercato, nel rispetto dei reciproci ruoli, la massima collaborazione fra insegnanti, studenti, educatori, è altresì evidente che è necessaria una radicale correzione di rotta”. In più, nota il sindacato, “il diffondersi di queste pratiche di violenza inoltre mette in evidenza uno stato generale di disagio”.

Andrea Carlino

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