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“Andrà tutto bene”, ma da oggi in poi tutti gli Italiani paghino le tasse

Tutto ha avuto inizio pochi mesi fa; il primo caso di COVID-19 è stato registrato in Cina, nello Hubei, provincia (per come la concepiamo noi, una sorta di regione) in cui è situata la città di Wuhan, la metropoli attraverso la quale si è propagato il Coronavirus in buona parte del pianeta. È il 17 Novembre 2019.

Il primo caso in Italia di Coronavirus è stato registrato il 21 Febbraio 2020: un italiano 38enne di Codogno (provincia di Lodi) è stato ricoverato in terapia intensiva e per buona sorte qualche giorno fa ne è uscito, tornando a respirare autonomamente. Quindi non poco più di una semplice influenza, dato che il nostro paziente 0 (nei prossimi giorni sapremo con maggiore certezza se l’incipit è invece avvenuto in Germania) è stato ricoverato in ospedale per 3 settimane, sottoposto ad intubazione; procedura per la quale è prevista l’anestesia generale e l’inserimento nelle vie aeree di un tubo endotracheale.

Ad oggi 14 Marzo sono quasi 20000 i casi di contagio da COVID-19 In Italia. i casi di contagio da COVID-19 con una minore concentrazione nelle aree meridionali, ed una presenza più massiccia nelle regioni settentrionali: Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. L’età media dei contagiati è scesa significativamente e ciò comporta che nessuno è immune dall’infezione. Queste le parole di Ivano Riva, rianimatore dell’ospedale di Bergamo intervistato sull’emergenza coronavirus:

“Abbiamo purtroppo pazienti sani, senza patologie, di 30, 40, 50 anni che vengono intubati e ricoverati. Quindi – spiega – bisogna dire chiaramente che il coronavirus, purtroppo, attacca tutte le età. Non c’è più una limitazione e può dare polmoniti interstiziali gravissime a qualsiasi età”.

Effettuata questa doverosa premessa, veniamo al punto. Nelle ultime settimane, nei giornali, nel Web e durante i Talk Show di politica e attualità, serpeggia il concetto per il quale lo Stato italiano nella storia recente non avrebbe fatto altro che tagliare i finanziamenti alla Sanità pubblica e anche alla Pubblica Istruzione, Università e Ricerca.

Ma quello che è poco chiaro ai nostri concittadini è che lo Stato siamo noi: il popolo, il territorio e le regole giuridiche di convivenza civile. E se lo Stato ha dovuto togliere finanziamenti ai servizi pubblici non è certo per una visione politica, destra, sinistra, ideologica o post-ideologica. Più semplicemente mancavano e mancano all’appello ogni anno circa 109 miliardi di euro: primi in Europa riguardo il tasso di evasione fiscale.

Il nostro è un problema culturale che si trascina da moltissimi anni e non accenna a ridursi. Nell’immane tragedia del Coronavirus forse è possibile trarne qualche insegnamento. Personalmente mi trovo d’accordo con quanto sosteneva l’allora Ministro dell’economia e delle finanze, Tommaso Padoa Schioppa (2007): “Le tasse sono una cosa bellissima”.

Difatti è grazie alle tasse bellissime che molte persone affette da COVID-19 e non solo, oggi in Italia, possono curarsi, e nella stragrande maggioranza dei casi, guarire. Tra essi vi sono sicuramente anche diversi concittadini evasori che, grazie alla Sanità pubblica ed a tutti i cittadini onesti che pagano per intero i contributi fino all’ultimo euro, si giovano delle apposite cure.

Antonio Marchetta

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