Secondo un calcolo di Anief, dal 2009 al 2024, i dipendenti pubblici avrebbero subito un calo del valore del loro salario pari al 15,72% rispetto all’aumento effettivo del costo della vita.
Il motivo principale, sarebbe legato al blocco contrattuale decennale, cosicché, se l’aumento medio degli stipendi è stato del 3,48%, l’inflazione è stata dell’11,1% e in modo particolare negli ultimi due anni, l’inflazione è stata intorno al 16-17%. In altre parole, scrive Anief, gli stipendi reali in Italia sono diminuiti del 7,3% in un anno, nonostante un aumento medio delle buste paga dell’1,6%.
Da qui la proposta di Anief, di utilizzare cioè i 5 miliardi messi a disposizione dal governo per l’indennità di vacanza contrattuale, che potrebbe aumentare lo stipendio medio del 5,78%, in linea con la legge che prevede il 50% dell’inflazione programmata.
In ogni caso, secondo Anief, servirebbero 10 miliardi per allineare gli stipendi all’inflazione e recuperare il ritardo accumulato, visto che il rapporto dell’Aran non tiene conto di questo ritardo contrattuale né dell’inflazione record degli ultimi anni.
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