Sono poco meno di 2mila gli assistenti amministrativi in servizio nelle scuole italiane che dal 2000 ad oggi hanno svolto la funzione di DSGA in cambio di una indennità decisamente modesta.
Ma, fra qualche mese, quando il concorso per la copertura dei posti vacanti di DSGA arriverà al termine, tutti questi assistenti dovranno ritornare al ruolo precedente con il risultato che la professionalità acquisita nel tempo andrà del tutto sprecata.
Il senatore della Lega Mario Pittoni ha deciso quindi di intervenire per proporre l’approvazione di una norma di legge che consenta di affrontare il problema.
Facendo ricorso esclusivamente alla graduatoria di merito del concorso “si avrebbe come risultato – afferma Pittoni – l’utilizzo del 100% dei posti vacanti, escludendo quindi ogni possibile progressione verticale all’interno del comparto”.
“E’ facile comprendere – aggiunge il parlamentare della Lega – come tale soluzione risulti penalizzante per chi, sostituendo il DSGA anche per oltre un decennio ha investito in formazione acquisendo competenze in un’esperienza lavorativa che è nata, si è sviluppata ed è cresciuta su richiesta dell’Amministrazione per mancanza di DSGA titolari”.
“D’altra parte – spiega ancora Pittoni – già la medesima legge di Bilancio 2018 ha ritenuto di riconoscere tale esperienza in maniera importante e positiva con l’equiparazione del servizio svolto al titolo d’accesso al concorso. Si ritiene quindi necessaria una procedura di selezione riservata interna, normativamente ancora prevista e applicata in tutte le Amministrazioni dello Stato, per salvaguardare il patrimonio di esperienza e professionalità acquisito da chi ha provveduto ad assicurare il funzionamento delle scuole in tutti questi anni”.
In pratica, secondo Pittoni, si dovrebbe pensare ad una procedura distinta da quella del concorso ordinario, per il 50% dei posti vacanti e disponibili, vantaggiosa anche per l’amministrazione.
La questione è particolarmente sentita dai tanti assistenti amministrativi che in questi anni sono stati utilizzati dall’Amministrazione scolastica per garantire il regolare funzionamento delle scuole e che ora si sentono ingiustamente “messi da parte”.
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