Sulle assunzioni dei 30.308 docenti e dei 36.000 Ata siamo ormai al “tutti contro tutti”. A far scoppiare liti, dissapori e polemiche sono state alcune delle novità che caratterizzeranno questa tornata di contratti a tempo indeterminato: tutto ha avuto inizio con la cancellazione del primo scatto automatico in busta paga per coloro che verranno immessi in ruolo con meno di otto anni di carriera (salvo poi recuperarlo con lo scatto successivo, all’inizio del nono); poi si è avuta la notizia che i nominativi di un terzo dei docenti da assumere saranno estrapolati utilizzando le vecchie graduatorie; infine ad alimentare la tensione ci si è messa anche la Cisl Scuola rendendo pubblica la tabella (ufficiosa) di suddivisione dei posti a livello regionale.
Ora è la volta degli assessori del Nord. Anche se nei scorsi giorni Miur e sindacati hanno assicurato che il numero di posti da immettere in ruolo verrà deciso in modo proporzionale a quelli liberi (si moltiplicherà in pratica il loro numero per il coefficiente standard uguale per tutti), l’8 agosto gli assessori all’Istruzione di Veneto, Lombardia, Piemonte e Friuli – cui sembra si sia aggiunto anche quello del Lazio – hanno inviato un documento al ministro Gelmini e Stella Targhetti, presidente della IX commissione della Conferenza delle Regioni, per evitare che al Sud vengano assegnati posti in eccesso.
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