I lettori ci scrivono

Attività alternative alla religione cattolica: invito alla riflessione

Nei mesi scorsi anche in queste pagine si è parlato della mozione per l’abolizione dell’insegnamento della religione cattolica a scuola. Un problema che ha accompagnato tale discussione è stato quello relativo alle attività didattiche alternative, assenti in tanti istituti nonostante rappresentino l’unica opzione per trattare in maniera paritaria gli studenti che non si avvalgono dell’insegnamento religioso (con un proprio programma, una specifica valutazione, un apposito docente che fa parte del consiglio di classe e partecipa agli scrutini ecc.).

Al proposito, vale la pena di ricordare ancora una volta che a inizio anno scolastico agli studenti che hanno deciso di non frequentare le lezioni di religione cattolica va sottoposta la modulistica completa prodotta dal ministero (clicca qui)

come si vede le possibili scelte sono quattro e ben distinte fra loro: l’uscita dall’istituto, lo studio autonomo nei locali dell’istituto, lo studio assistito da docenti, le attività didattiche e formative alternative. Inoltre queste “attività didattiche e formative”, se richieste da almeno uno studente, devono essere obbligatoriamente erogate dalle scuole.

È doveroso ribadirlo, visto che tutti conosciamo scuole che invece si limitano a offrire solo la generica opzione tra uscita e assembramento nei più vari locali. A tale scopo alcune di esse arrivano ad alterare la modulistica ufficiale, purtroppo (l’ho verificato di persona) nel totale disinteresse degli uffici ministeriali sia centrali sia territoriali.

Lo scorso anno scolastico mi sono personalmente imbattuto in ben tre istituti del comune di Milano che tale modulistica arrivavano a pubblicare persino sul proprio sito istituzionale. In un caso si trattava addirittura di un istituto comprensivo, che in questo modo andava a colpire la componente più debole della scuola, quella infantile.

Approfitto di questo spazio per invitare i colleghi e i lettori tutti a denunciare e impedire tutte le violazioni di cui dovessero venire a conoscenza. Facciamo un gran parlare di inclusione e lotta alle discriminazioni, di difesa dei diritti e della legalità per poi continuare a voltarci dall’altra parte quando ci imbattiamo in vicende del genere.

Andrea Atzeni

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