I lettori ci scrivono

Basta docenti costretti a lasciare i loro bambini per andar via a lavorare

Mamma senza la tua compagnia io ho molta malinconia. La mamma è la più importante famiglia perché da lei nascono i figli. Ti voglio bene mamma”.

Questo è il pensiero di Gabriele, 8 anni. Mi piacerebbe che lo leggessero i rappresentanti del nuovo Governo che sta nascendo.

Basta docenti costretti a lasciare i loro bambini per andar via a lavorare. Basta esser costretti ad abbandonare le nostre splendide terre del Sud e consumare l’intero stipendio tra viaggi, alloggi ed altre spese accessorie. Basta partenze con in sottofondo il pianto dei nostri bambini. Basta traumatizzare i bambini portandoli via dai loro affetti, dai compagni di scuola, dall’affetto dei nonni. Basta con questo calvario che sta distruggendo 20.000 famiglie costrette a sentirsi sempre precarie.

Inutile fare riforme sulla scuola ad ogni cambio di Governo, si deve partire dalle reali necessità di chi la scuola la vive tutti i giorni. Bisogna creare le condizioni affinché non si debba vivere in un Paese a due velocità. Il Nord in prima linea ed il Sud che claudicante rincorre.

Pari opportunità

Noi docenti vogliamo per i nostri figli le stesse possibilità che hanno i bimbi che vivono dal centro-nord in su dello stivale. Vogliamo che ci sia una vera giustizia sociale. E’ inutile bandire continuamente concorsi, cambiare le regole il giorno prima per il successivo. Dannoso promulgare leggi che mettono gli uni contro gli altri, stabilire meriti in base a corsi aggiuntivi, specializzazioni ed altre carte che appaiono meramente accessorie. I docenti precari e di ruolo sono tutti meritevoli, perché svolgono il loro lavoro con passione e dedizione, con empatia ed abnegazione. Siamo i formatori del futuro, ma siamo al tempo stesso genitori e per tale motivo dobbiamo proteggere i nostri figli da possibili traumi psicologici. Non è possibile vivere i propri bimbi il fine settimana (per le più “fortunate”), una volta al mese o magari nella peggiore delle ipotesi tre volte l’anno perché acquistare un biglietto aereo Palermo-Milano andata e ritorno porta via metà dello stipendio. Noi non siamo parlamentari e non usufruiamo di rimborsi ed agevolazioni. I biglietti di treni ed aerei li compriamo togliendo il pane ai nostri figli. Spesso sentiamo dire in Tv che il Sud non ha votato questo o  quel partito ma è andato a votare per il reddito di cittadinanza. Questa affermazione è pregna della scarsa conoscenza che gli “onorevoli” continuano ad avere nei riguardi dei meridionali. Il Sud non vuole più esser considerato il fanalino di coda dell’Italia. Il Sud non è sole, mare e mandolino anche se le nostre bellezze naturali potrebbero essere la nostra áncora di salvezza.

Il precariato

La questione dei Docenti fuori sede potrebbe esser risolta se si trasformassero tutti i posti da organico di fatto ad organico di diritto, se i 40.000 posti in deroga sul sostegno fossero stabilizzati, se si realizzasse il potenziamento della scuola dell’infanzia, se si ripristinasse il modulo nella scuola primaria. Promesse fatte dai passati governi e mai realizzate.

Smettiamola di considerare i meridionali come degli sfaccendati seduti su un divano. Finiamola con queste offese. Preoccupiamoci piuttosto delle riforme e leggi sbagliate che non hanno valorizzato la nostra professionalità ed i nostri territori.

I nostri bambini hanno il diritto di vivere quotidianamente le loro mamme. I nostri figli hanno bisogno di continuità didattica, non possono essere costretti a cambiare scuola ogni anno.

Una Scuola buona

Noi docenti chiediamo al nuovo Ministro dell’Istruzione che ascolti le reali necessità della scuola italiana e che prima di intervenire (anche drasticamente) ascolti e stabilisca soluzioni eque per tutti i discenti e per tutti i lavoratori della scuola, siano essi precari o di ruolo. Ci piacerebbe che il nuovo Ministro non sia una persona distante dal mondo scolastico, ma che viva la scuola quotidianamente, poiché solo avendo una visione dall’interno del complesso mondo scolastico è possibile intervenire equamente.

Noi docenti siamo fiduciosi e cercheremo, se ci sarà data la possibilità, di confrontarci su temi e soluzioni per creare una vera “Scuola buona per tutti“.

Nunzia Cangiano

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