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Bes, gli alunni con Bisogni Educativi Speciali superano l’8% degli iscritti a scuola: più disturbi o più diagnosi?

Si sente un gran parlare di aumento di alunni con disabilità nelle scuole italiane. Ma una menzione a parte va fatta per i cosiddetti Bes, gli alunni con Bisogni Educativi Speciali. Gli studenti ai quali è stato diagnosticato un disturbo che rientra in questa categoria sono davvero tanti, tanto che da più parti si pensa che sia un dato alquanto distorto.

Impennata di Bes

Oggi, come abbiamo riportato, l’Istat ha pubblicato dei dati che offrono una panoramica che dovrebbe far riflettere. Gli alunni che presentano un bisogno educativo speciale superano l’8% degli alunni iscritti. Più della metà sono alunni con disturbi specifici dell’apprendimento (51,8%); l’altra quota più importante è rappresentata dallo svantaggio socioeconomico, linguistico, culturale (35,4%).

L’aumento di questi casi può davvero dirsi esponenziale: rispetto all’anno scolastico 2017/2018 la presenza di questi studenti risulta in aumento del 23% (+113mila circa): più alto l’incremento nelle regioni del Centro (+25%) rispetto a quelle del Nord (+22%).

Situazione simile in ogni ciclo scolastico

All’interno della scuola secondaria di primo grado gli alunni con bisogni educativi speciali, esclusi i ragazzi con disabilità, rappresentano ben il 12,3% degli alunni iscritti, contro il 7% nella scuola primaria; negli ultimi quattro anni l’incremento più consistente si osserva però nella scuola secondaria di secondo grado dove sono aumentati di circa 85mila unità.

La maggiore concentrazione è negli Istituti professionali e di tipo artistico, in cui rappresentano, rispettivamente, il 17,5% e il 16,6% degli iscritti. Nettamente inferiore la loro presenza all’interno dei Licei, scientifico e classico (intorno al 5%). Questi studenti sono in aumento anche nella scuola dell’infanzia, con un rapporto sul totale degli iscritti che passa dallo 0,9% all’1,3% in quattro anni.

Diagnosi facili?

Negli ultimi anni l’interesse per questo tipo di problematiche è aumentato, in concomitanza con l’aumento delle diagnosi. C’è quindi da chiedersi: gli scolari italiani soffrono davvero di più rispetto al passato di questi disturbi o si tende, anche al minimo ostacolo a livello di apprendimento di un alunno, a cercare di incasellarlo per farlo rientrare in una delle casistiche Bes?

Quali sono i bisogni educativi speciali

Si possono individuare tre grandi macroaree: alunni con diversa abilità, alunni nello svantaggio socioeconomico, linguistico e culturale.

  • Alunni con disabilità certificata in base alla L.104/92
  • Alunni con Disturbi Specifici dell’Apprendimento, ovvero disturbi nelle abilità di scrittura, di lettura e del calcolo, in base alle indicazioni della legge 170/2010
  • Alunni con situazioni di svantaggio a causa di determinate da particolari condizioni sociali e ambientali 

Per gli studenti che presentino una disabilità oppure un disturbo specifico dell’apprendimento alla scuola vengono presentate la certificazione e la diagnosi, rilasciate dagli specialisti che operano all’interno dei servizi sanitari provinciali e nazionali. È invece compito del Consiglio di Classe progettare azioni e interventi personalizzati per coloro che manifestano difficoltà d’apprendimento non dovute a problematiche cliniche ma legate a situazioni di difficoltà socioeconomico, anche di tipo ambientale.

Redazione

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