Sono quasi 2 milioni le famiglie che aspettano la data del 10 settembre.
Entro quel giorno, infatti, i nuclei familiari che hanno figli che frequentano nidi o materne, in base alle legge, devono presentare la documentazione sui vaccini (il libretto sanitario, l’autocertificazione che si è in regola, la prenotazione dei vaccini mancanti, un certificato che attesti problemi incompatibili con il vaccino). Molti under 6 rischiano di restare fuori da nidi e materne. A pochi giorni assalto ai centralini. Il problema, senza altro molto grosso, è che ogni regione fa da sè. Chi ha figli senza le iniezioni obbligatorie a Torino si vede fissare l’appuntamento, a Palermo viene convocato a colloquio, a Bolzano può entrare lo stesso grazie a una moratoria.
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A La Repubblica parla la ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli: “Nessun rinvio, su questo io e la collega Lorenzin siamo fermissime. La Lombardia che concede una proroga è fuorilegge. Siamo in attesa del parere ufficiale del Garante della Privacy. Deroghe? Nessuna altrimenti perché fare un decreto, il tema è serio, non è un problema burocratico. Stiamo parlando di tutela della salute pubblica. Chi non vuoel sottoporre i propri bimbi fino a 6 anni alla profilassi obbligatoria deve essere consapevole che questi non potranno frequentare la scuola”.
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