Questa volta tocca ad un musicista, altre volte ho visto giornalisti, madri, medici…Ecco, una schiera di persone non competenti in materia che giudicano la scuola, una scuola in cui non hanno più messo piede da quando l’hanno terminata.
Al signor Bollani ho molto da contestare:
– i programmi, si informi, non esistono da anni. Ora l’obiettivo è quello di raggiungere determinate competenze, seguendo percorsi personalizzabili
– un 5 in storia dell’arte o in qualsiasi altra materia non significa appiattire, uniformare, tarpare le ali. Significa che quella singola prova non è andata bene, significa “capiamo perché e, se possibile, miglioriamo. Se non miglioriamo, vuol dire che sono altri i tuoi punti di forza”
– quello che un insegnante sa o intuisce di un alunno è spesso fondamentale per il presente e il futuro di un alunno. Se un ragazzo ha un insegnante che crede in lui, non sarà perduto. I ragazzi si aprono e si sentono valorizzati da un insegnante che, anche se gli mette un cinque, lo rispetta e lo ascolta
– a scuola non avviene alcuna repressione del libero pensiero. È, al contrario, l’unico luogo dove il pensiero autonomo e divergente è possibile e, addirittura, richiesto dalla legge.
di Alessia Cogato
Senza docente di sostegno l’alunno disabile non può chiaramente andare in gita. Ma nemmeno può…
Le recentissime elezioni per il rinnovo della componente elettiva del Consiglio superiore della Pubblica Istruzione…
Come abbiamo più volte scritto le due riforme che più di altre stanno a cuore…
Diverse Regioni hanno già deliberato il calendario scolastico per il 2024/2025, stabilendo le date di…
Gli oltre cinquecentomila studenti dell'Emilia-Romagna torneranno a scuola il 16 settembre, mentre l'anno scolastico terminerà…
Nell’appuntamento di oggi con la rubrica di consulenza scolastica, il prof. Lucio Ficara risponde ad alcune domande sulle…