A dare questo deprimente e deplorevole primato alla Sicilia è il documento del sesto Atlante dell’Infanzia (a rischio) “Bambini senza. Origini e coordinate delle povertà minorili”, di Save the Children – l’Organizzazione internazionale indipendente dedicata dal 1919 a salvare i bambini e difenderne i diritti.
La Sicilia è tra le regioni italiane quella con il più alto tasso di dispersione scolastica (24%) e con la percentuale più bassa, molto al di sotto della media nazionale, di tempo pieno nella scuola primaria (8,1% contro 31,6%) e spesa per i servizi sociali destinati a famiglie e minori (70 euro procapite sui 113 in Italia).
Ha, invece, il più alto numero di minori vittime di mafia e tra le percentuali maggiori di giovani che risiedono in comuni sciolti per mafia.
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Migliaia di minori pagano un prezzo altissimo all’illegalità e corruzione che pervade i territori in cui vivono: almeno 85 i bambini e adolescenti incolpevoli uccisi dalle mafie dal 1896 ad oggi – come racconta la prima mappa realizzata in base ai dati forniti dall’associazione Libera – di cui 31 in Sicilia (18 solo a Palermo), e molti di più coloro che hanno assistito all’uccisione di familiari, ritrovatisi orfani o adescati e arruolati giovanissimi nelle file della criminalità organizzata.
Sono 546.000 gli under 18 – il 5,4% della popolazione 0-17 anni, con picchi del 17,4 % a Caltanissetta e 16,3 % a Palermo – nati e cresciuti in uno dei 153 comuni sciolti per mafia negli ultimi 17 anni (mappa dei Minori senza Consigli e Nascere nella Locride), soprattutto al Sud ma anche al Centro e Nord Italia.
La Sicilia, dopo la Puglia, è la regione col numero maggiore di minacce e intimidazioni agli amministratori locali (70 su 351 in Italia) e ha tra gli indici più alti di presenza mafiosa (58,2 a Palermo, 53,18 a Caltanissetta).
Chissà se il presidente della Regione, Rosario Crocetta, questi dati li conosce. Di sicuro è più occupato a cambiare assessori e giunte che ad occuparsi della sua terra.
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