Caro Dario Fo ti scrivo

Su Affari italiani, Giuseppe Grasso, insegnante e pubblicista si rivolge al grande attore e premio Nobel per la letteratura, Dario Fo, affinchè metta i suoi buoni auspici nei confronti del Movimento 5 Stelle per la creazione di un Governo della gente, degli Italiani, stabile e duraturo e che possa risolvere i problemi, gravi, che mettono in costernazione il popolo.
I precedenti politici, dice Grasso, non sono dei migliori, compresa la Legge della riforma pensionistica, voluta anche dal Pd, che ha azzerato in soli 15 giorni le aspettative di tanti dipendenti, compresi gli esodati, e quel drappello di appena 3500 lavoratori della scuola lasciati in balia di sé stesse e defraudati di un diritto.
Ma perché ti scrivo, dice il docente? Perchè “ritengo che tu sia il grande mediatore della sinistra; perché, a mio avviso, dovresti prendere una posizione ancor più netta in questa direzione se davvero vuoi che la politica esca dall’attuale impasse e intraprenda le riforme vere necessarie all’Italia per voltare pagina. Non è più tempo di propaganda elettorale e gli Italiani, compresi quelli che hanno votato per il Movimento di Grillo, attendono che si compiano quelle riforme e che si passi dal sentimento di protesta a quello di responsabilità.”
E allora, considerato che i soli “grillini” non sono sufficienti a formare un nuovo governo, che possa “compiere il passaggio storico” tanto auspicato verso la moralità e il buon governo, questo “potrebbe essere il momento opportuno e decisivo per attuare programmi comuni col Pd come la base del Movimento 5 stelle va dicendo: “moralizzare il paese, sciogliere il nodo degli esodati, aprire sulla flessibilità in uscita per i futuri pensionandi, diminuire il numero di deputati e senatori, ridurre in modo cospicuo gli stipendi dei dirigenti e dei rappresentanti dei cittadini, risolvere il conflitto d’interessi: questi sono alcuni punti programmatici che il Pd intende mettere in pratica nell’immediato, una piattaforma a partire dalla quale cercare consensi e adesioni per restituire fiducia al popolo sovrano, stanco di tanto monotono ripetersi e avvicendarsi di malefatte, corruttele e nefandezze”.
Per questo, continua Grasso, “I rappresentanti politici del M5S farebbero male ad arroccarsi in una posizione pregiudiziale. Hanno il dovere di prendere atto dell’incombenza che hanno dinanzi alla nazione in questa delicatissima congiuntura. Altrimenti si tornerà alle urne con 400 milioni di euro gettati alle ortiche, con un altro sacrificio e un’altra occasione sprecati. Abbiamo fiducia che la saggezza e la ragionevolezza possano illuminare le menti di questi giovani neoeletti – che amano farsi chiamare «cittadini», come ai tempi della Rivoluzione francese – in vista delle loro prossime mosse in parlamento. L’Italia ha bisogno di saldezza morale e politica per sottrarre il paese a ogni scilipotizzazione di turno e a ogni altro perverso trasformismo dell’ultima ora, sempre in agguato.”
“Se è vero comunque che è cominciata una «rivoluzione», come tu dici, questa non può essere frenata da mere petizioni di principio e deve essere supportata da un’attività operativa. Le petizioni sulla rete di Viola Tesi, di avaaz.org e del Giudice Imposimato (con il Movimento Cultura e Scuola e il Comitato Civico «Quota 96») vanno in questa direzione.”

Pasquale Almirante

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