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Carrozza: 11mila assunzioni segnale unico in Italia

Secondo il ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, le immissioni in ruolo programmate dal Miur sono "un segnale importante: con 11.000 insegnanti, diamo il via all’anno scolastico in modo ordinato in modo da riempire l’organico che il turn over ha lasciato libero. È un segnale unico in Italia: voglio vedere in quale altro comparto si fa la stessa cosa”, ha detto il Ministro ai microfoni di Sky.
Vale la pena ricordare al Ministro che si tratta di una quantità di assunzioni di docenti piuttosto modesta: bisogna tornare ai tempi della gestione Moratti, ad una decina di anni fa per riscontrare annate peggiori (nei cinque anni di gestione di quello che sarebbe poi diventato il sindaco di Milano si assistette anche ad un lungo blocco totale delle immissioni in ruolo).
Forse riferendosi anche a quel periodo, per la Carrozza la decisione del Governo Letta di assumere oltre 11mila docenti rappresenta una segnale “positivo e una risposta – ha aggiunto il responsabile del Miur – nei limiti delle risorse disponibili, delle leggi vigenti”.
Il Ministro ha quindi rassicurato sui tempi delle nomine: "siamo al lavoro in questi giorni", facendo intendere che tutte le operazioni di assunzione a tempo indeterminato si concluderanno entro il 31 agosto.
Ricordando i tanti impegni che la aspettano come titolare del dicastero dell’Istruzione, ha quindi osservato: "non mi posso fermare a capire cosa succederà il 9 settembre. Certamente è un punto importante, ne va della politica del nostro Paese, però’ gli italiani devono capire che le cose importanti, come la scuola, devono andare avanti".
"Vedremo di trovare le risorse per continuare questa inversione di tendenza che il Governo Letta ha voluto dare al settore della scuola. Certamente – ha osservato – serve anche un piano per la scuola a lungo termine. E’ un obiettivo che abbiamo e stiamo pensando a un piano di medio e lungo termine. Dunque, a breve ci sono queste immissioni in ruolo, ma sul tavolo ci sono tante altre questioni, in parte di emergenza, come l’edilizia scolastica. Dovremo dare un punto definitivo, ad esempio, sul reclutamento degli insegnanti, una risposta a tutti i giovani che vogliono intraprendere questa strada".
Proprio su questo punto, sui problemi che affliggono il reclutamento nella scuola pubblica, poche ore prima, sempre la Carrozza aveva espresso il suo disappunto per la tendenza tutta italiana di ricorrere in Tribunale. A stretto giro di posta, è il caso di dire, è arrivata la replica del presidente Anief, Marcello Pacifico, a capo di uno dei sindacati più propensi al ricorso: "È l’amministrazione – ha dichiarato il sindacalista – che deve attuare quanto disposto dalla magistratura a seguito di un contenzioso e non il cittadino a rassegnarsi sulla gestione scorretta di una procedura concorsuale. I ricorsi nascono quando sono lesi alcuni diritti come nel caso di un’ingiusta esclusione, di una cattiva valutazione o ancora di una mancata valorizzazione o spendibilità del titolo conseguito. Chi ha la confiance di amministrare la res publica lo dovrebbe sapere. Anzi, – ha concluso Pacifico – dovrebbe rispondere dei suoi errori: non siamo in uno Stato assoluto”.
Sempre l’Anief, ma stavolta sulle assunzioni, ha tenuto a precisare che c’è poco da essere soddisfatti: "dovevano essere almeno 50mila". Ma per il sindacato autonomo "c’è dell’altro. Perché oltre 2mila vincitori del concorso a cattedra, dopo aver superato una durissima selezione (con 200mila aspiranti, una prova preselettiva, tre verifiche scritte e due colloqui orali) rimarranno senza lavoro. Nel settembre 2012 il Miur aveva infatti decretato che tra gli 11.542 vincitori del concorso a cattedra, circa il 64% (7.351) sarebbe entrato in ruolo nell’anno scolastico 2013-2014. Con i restanti 4.191 da collocare all’inizio del 2014-2015. Ora però scopriamo che le cose sono andate diversamente: oltre 2mila vincitori di quel ‘concorsone’ – conclude l’Anief – non verranno assunti".
Alessandro Giuliani

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