La Corte di Cassazione ha stabilito che può essere iscritto all’Anagrafe un bambino come figlio di due donne. Una delle due cittadine italiane, sposatesi a Londra, aveva partorito a il piccolo nato con fecondazione eterologa.
Registrato all’estero come figlio di entrambe le ‘mamme’, era stato chiesto usare la stessa procedura in Italia ma nulla. Da qui l’appello alla di Corte Suprema, per la quale la richiesta della coppia “non è contraria all’ordine pubblico internazionale”.
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Per i giudici inoltre “non costituiva una mera rettificazione, ma atteneva necessariamente alla validità in Italia del matrimonio tra persone dello stesso sesso” mentre ha ribadito “l’interesse preminente del minore” e l’attenzione alle dichiarazioni Onu dei Diritti dell’uomo e del fanciullo e alle Convenzioni europee.
In pratica “il diritto di sposarsi e formare una famiglia”, il “rispetto della vita privata e familiare”, “il divieto di ogni discriminazione fondata sul sesso e su ogni altra condizione”, “l’impegno ad eliminare gli ostacoli che impediscono lo sviluppo della persona umana, riguardante ogni individuo, in particolare quelli soggetti a discriminazione tra cui storicamente possono considerarsi le coppie omosessuali” sono tutti atti che devono essere considerati.
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