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Cellulari in classe, Bussetti: li proibiremo per legge, poi ogni scuola deciderà come usarli per la didattica

Sull’utilizzo dei telefoni cellulari a scuola c’è bisogno di una regolamentazione: “con la legge andiamo avanti. Poi all’interno della stessa legge prevederemo un regolamento che permetta alle scuole di utilizzare gli strumenti per una didattica innovativa”: a dirlo, il 26 gennaio a Tgcom24, è stato il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti che ha di nuovo commentato il disegno di legge che vorrebbe proibirne l’utilizzo, anche per i docenti.

L’ultima parola all’autonomia scolastica

Secondo Bussetti “eliminare i cellulari dalle classi va bene, ma non dimentichiamo che questi strumenti possono essere utili per la didattica, in particolare quella innovativa, nella quale si usano i device”.

Il ministro ha quindi detto che a decidere, caso per caso, sarà “l’autonomia scolastica”, perché “si sta rinnovando la didattica, che prevede anche l’uso di questi strumenti; ma per utilizzarli per questo, non per altri fini”.

Già oggi, comunque, le scuole hanno facoltà di regolamentare l’utilizzo dei telefoni cellulari. Con casi limite, come l‘istituto Massimo di Roma, che non danno possibilità alcuna agli alunni di fare entrare smartphone e cellulari nelle aule.

Gli utilizzi sbagliati…

Il responsabile del Miur ha aggiunto che “noi partiamo dall’educazione civica: all’intero ci sono varie aree, dall’educazione alla salute al quella dell’educazione stradale, proprio per abituare i ragazzi alle buone pratiche”.

“Ma dobbiamo ricordare che abbiamo di fronte ragazzi nuovi, che nascono digitali, per loro è una cosa normalissima l’uso di questi strumenti. Ma devono capire che esistono utilizzi sbagliati, come il cyberbullismo”.

Il garante del Lazio meno possibilista

Pure per il garante dell’Infanzia e adolescenza del Lazio, Jacopo Mazzetti, “i cellulari devono rimanere nelle cartelle. È meglio che gli studenti restino concentrati durante le lezioni, che non li usino per fare filmati”.

“Inoltre i ragazzi devono imparare a vivere nel mondo reale e non in quello virtuale. Poi, non dimentichiamoci l’aspetto legato alla salute: secondo gli studi più recenti questi strumenti possono essere nocivi, quindi è importante utilizzarli il meno possibile”, ha concluso il garante.

Un destino segnato? Forse no

Il destino dei cellulari in classe, insomma, sembra segnato: dalla Lega e dal ministro dell’Istruzione, c’è il pieno appoggio all’iniziativa parlamentare.

A questo punto, solo una posizione contraria del Movimento 5 Stelle potrebbe non portare il testo all’approvazione.

Ma ad opporsi, potrebbero essere anche gli insegnanti: in molti, ad esempio, hanno fatto notare che la mancanza o debolezza del “segnale” Wi-Fi nelle scuole, utilizzano il telefono cellulare come collegamento ad internet, indispensabile innanzitutto per riempire il registro elettronico.

Alessandro Giuliani

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