Categorie: Concorsi

“Chi fermerà la musica?”, un successo la petizione per salvare i prof esperti dei licei musicali

Sta diventando un caso nazionale la vicenda di tanti prof di musica che le nuove classi di concorso hanno di fatto estromesso dall’insegnamento nei licei musicali.

I lettori della Tecnica della Scuola sono venuti a conoscenza della serietà del problema attraverso l’intervista ad Aluisi Tosolini, coordinatore della Rete Nazionale Qualità e Sviluppo dei Licei Musicali e Coreutici Italiani, oltre che dirigente scolastico del Liceo Scientifico e Musicale Attilio Bertolucci di Parma.

Nelle stesse ore in cui Tosolini denunciava una situazione giunta “quasi sul bordo del baratro”, un docente di Pianoforte e coordinatore dello stesso liceo musicale, il professor Alberto Spinelli, lanciava l’allarme con una petizione su change.org dal titolo emblematico “Chi fermerà la musica?”.

“In questi ultimi giorni – si legge nella petizione di Spinelli – sono uscite norme che regolano l’accesso agli insegnamenti e un nuovo concorso per insegnanti: il risultato che ci si attende è che dal prossimo anno scolastico la maggior parte dei docenti delle materie musicali e coreutiche di indirizzo che attualmente insegnano nei licei musicali e coreutici, di ruolo e non di ruolo, perderanno la possibilità di continuare a insegnare in quanto non potranno partecipare al concorso e molti docenti non potranno più contare su altro incarico scolastico”.

 

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Il fenomeno non è nemmeno così circoscritto come in tanti potrebbero pensare. I licei musicali e coreutici statali, nati nel 2010, dai 37 iniziali sono diventati più di 120.

Spinelli si rivolge quindi ai destinatari e potenziali firmatari della petizione. “Chiediamo che da parte del Ministero dell’Istruzione e ai sindacati del settore scuola siano intraprese tutte le azione necessarie alla tutela della qualità dell’insegnamento e al riconoscimento della professionalità acquisite, che è anche alla base, nel testo, della riforma Renzi della Buona Scuola”.

“Ci rivolgiamo quindi a tutti coloro (colleghi, dirigenti scolastici, genitori e cittadini) che vogliano condividere con noi una battaglia per il riconoscimento in ciascuno del valore unico e irripetibile dell’esperienza e della ricerca didattica”.

La petizione si sta rivelando un successo: in poche ore sono state raccolte oltre mille adesioni.

 

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Alessandro Giuliani

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