Attualità

Chi lascia la scuola non prenderà il reddito di cittadinanza, la “scure” del Governo Meloni diventa esecutiva sui giovani tra 18 e 29 anni

Chi lascia la scuola anzitempo non “merita” indennità e sostegno dallo Stato: è questa la nuova logica che toglie il diritto alla quota del reddito di cittadinanza a tutti i giovani tra i 18 e i 29 anni che d’ora in poi non completeranno i dieci anni di istruzione obbligatoria lasciando la scuola prima dei 16 anni. La precisazione è giunta dall’Inps, attraverso una circolare di chiarimento sulle novità introdotte con la Legge di Bilancio 2023 ed ora da rendere esecutive: in pratica, i ragazzi “inadempienti” a livello scolastico, non saranno considerati tra i componenti della famiglia nella definizione della scala di equivalenza.

L’Istituto nazionale di previdenza ha fatto sapere che “in fase di presentazione della domanda dovranno essere indicati i soggetti del nucleo che, non avendo adempiuto all’obbligo di istruzione non siano ancora iscritti o non frequentino un percorso di istruzione degli adulti di primo livello. Se, in tali ipotesi, emerge che uno o più beneficiari non hanno adempiuto a tale obbligo, il beneficio, relativamente alla quota di costoro, non verrà erogato fintanto che l’obbligo non è rispettato“.

La circolare precisa anche che, sempre con le disposizioni introdotte dal Governo Meloni, la durata massima per l’erogazione del Reddito di cittadinanza alle famiglie nelle quali non ci sono minori, disabili o over 60 è di sette mesi e che quindi a luglio si esaurisce la possibilità di avere la misura. La misura verrà meno per tutti a fine 2023. Mentre dal 1° gennaio 2024 entreranno in vigore le nuove regole disegnate nel decreto di maggio convertito in legge a luglio.

Sempre l’Inps ha ricordato che il Reddito di cittadinanza – che dal 2023 è stato ridotto di 958 milioni di euro complessivi – decade nel momento in cui il beneficiario dovesse rifiutare la prima offerta di lavoro congrua, considerando tale una proposta di impiego entro 80 chilometri dall’abitazione (purché non si superi un’ora di viaggio con i mezzi pubblici), in coerenza con le esperienze e le competenze maturate e che comporti una retribuzione superiore di almeno il 10% del beneficio massimo fruibile da un solo individuo, inclusivo della componente a integrazione del reddito dei nuclei residenti in abitazione in locazione.

Alessandro Giuliani

Articoli recenti

Doppio canale: Valditara sospende il giudizio, ma sindacati e diversi esponenti della maggioranza sono favore

Come avevamo previsto poche ore fa, sulla questione del doppio canale per il reclutamento dei…

12/05/2024

Il doppio canale per le assunzioni sta diventando un caso politico. C’è attesa per un chiarimento del Ministro

Il comunicato del Movimento Idonei 2020 di cui avevamo dato notizia nella serata di venerdì…

12/05/2024

Scuola digitale, cosa devono sapere i dirigenti scolastici? Come aggiornarsi sulle ultime novità?

Per i dirigenti scolastici, essere aggiornati sulle ultime novità in materia di normativa scolastica, Pnrr…

12/05/2024

Conflitti scuola, studenti e genitori contro i docenti: come usare il dialogo per trasformare situazioni negative?

I conflitti tra docenti e studenti possono sorgere quando le aspettative di insegnamento e apprendimento…

12/05/2024

Scuola Futura, Pnrr e formazione docenti sulla transizione digitale: quali corsi iscriversi? Il nostro catalogo

Il decreto ministeriale n. 66 del 2023 ha destinato 450 milioni di euro a favore…

12/05/2024

Concorso docenti, prove orali: come sono strutturate? Durata, argomenti e come prepararsi

Concorso straordinario ter, è stato pubblicato l'11 dicembre il bando del primo concorso scuola 2023 e…

12/05/2024