Categorie: Politica scolastica

Chiamata diretta: per cancellarla ci vuole la legge

La trattativa per la mobilità procede esattamente come avevamo previsto: il confronto procede a rilento e i sindacati hanno già fatto (sommessamente) sapere che prima della prossima settimana non ci saranno novità.
I motivi sono chiari e stanno ormai venendo alla luce giorno dopo giorno.
Inizialmente i sindacati presenti al tavolo (Cgil. Cisl, Uil e Snals) avevano fatto intendere che avrebbero “alzato la voce” e sarebbero riusciti a ottenere la cancellazione della chiamata diretta. A sentire i sindacati, anzi, il problema poteva essere tranquillamente risolto al tavolo contrattuale, ci voleva solo un po’ di pazienza.
Sembrava che in pochi giorni la questione si sarebbe potuta concludere e invece le cose sono andate ben diversamente.
Il fatto è che, piaccia o non piaccia, per cancellare pezzi più o meno significativi della legge 107 occorre una precisa disposizione normativa e non basta affatto “alzare la voce” al tavolo contrattuale.
Tanto che né ieri né, quasi certamente; neppure oggi giovedì 16 febbraio dalla trattativa può arrivare una soluzione al problema.
Ma adesso la situazione potrebbe cambiare perchè per domani è prevista l’approvazione da parte del Governo di un decreto legislativo in materia di pubblico impiego, decreto che potrebbe contenere modifiche importanti poroprio sulla possibilità di modificare norme di legge per via contrattuale.
Ed è proprio per questo che i sindacati pensano che la prossima settimana la trattativa potrebbe sbloccarsi.
Insomma è ormai evidente che chiamata diretta e bonus premiale non possono essere cancellati per via contrattuale: è necessaria una precisa modifica delle norme di legge e in particolare dell’articolo 1 della legge 15 del 2009 (e forse non solo).
Esattamente come andiamo sostenendo da tempo. Adesso se ne sono resi conto anche i sindacati che, non a caso, in queste ore sono tutti impegnati presso la sede del Dipartimento della Funzione Pubblica per ottenere dal Governo un provvedimento legislativo adeguato.

 

Reginaldo Palermo

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