Cittadinanzattiva: intollerabile provocazione dell’Upi che ora si appella per proposte comuni. Scrima (Cisl), brutto esordio di Saitta

A parlare per Cittafianzattiva è Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale della Scuola, in merito alle dichiarazioni del neo eletto Presidente dell’Unione delle Province Italiane il quale ha preannunciato la possibilità di una chiusura anticipata delle scuole nel periodo natalizio per mancanza di fondi per il riscaldamento delle stesse
“E pensasse l’Upi”, dice Cittadinanzattiva, “a tagli al funzionamento degli apparati amministrativi o ad individuare le vere sacche di spreco di denaro pubblico che purtroppo interessano tanti Comuni e Province, piuttosto che colpire chi frequenta la scuola e le loro famiglie”.
‘”Sicuramente i tagli a Comuni e Province per il 2012 ed il 2013 – aggiunge – sono molto consistenti. Quello che ci preoccupa, soprattutto, è la ricaduta che provocheranno sulla messa in sicurezza e sulla manutenzione ordinaria delle scuole, visto che il Governo su questo non ha saputo imprimere a questa emergenza la svolta che ci aspettavamo, a cominciare dall’allentamento dei vincoli imposti dal Patto di stabilità per l’edilizia scolastica, sul quale chiediamo un impegno preciso”
Non meno critico Francesco Scrima, il segretario generale della CislScuola.
”Ottimo esordio, non c’è che dire, quello del nuovo presidente dell’Unione delle Province, che per contestare i tagli della spending review non trova di meglio che minacciare di lasciare al freddo le scuole. Se voleva essere una battuta, è di pessimo gusto. Quali margini abbiano gli enti territoriali, a partire dalla regioni, per recuperare risorse spendendo meglio quelle che hanno, ce lo raccontano le cronache recenti, dando triste conferma di quanto stiamo denunciando da tempo”. ”Anzichè usare la scuola come pretesto per polemiche come queste, Stato, Regioni ed Enti Locali si mostrino capaci di concorrere, insieme, a fare della scuola una priorità, unendo i loro sforzi e assegnandole risorse vere, non vuote parole”.
Ridotta a più miti propositi, l’Upi si rivolge a presidi e dirigenti per aprire un tavolo di confronto per proposte comuni. E infatti invia, tramite il suo presidente, Saitta, una lettera aperta ai Presidenti dell’ Associazione Nazionale Presidi e dell’Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici, a tutto il mondo della scuola, dalle organizzazioni sindacali e alle rappresentanze degli studenti per chiarire le ragioni delle proteste sollevate ieri.
Chiede dunque un incontro per aprire un tavolo di confronto sullo stato d’emergenza dell’edilizia scolastica e presentare al Governo proposte comuni.
”L’Unione delle Province d’Italia – scrive Saitta – ha lanciato nei giorni scorsi un forte allarme sull’emergenza dovuta al drastico taglio operato dal Governo ai fondi per gli investimenti e per la manutenzione ordinaria delle scuole. Per la verità, avevamo sollevato questo tema già a luglio al Ministro dell’Istruzione Francesco Profumo, consegnando un dossier dettagliato, che vi alleghiamo, nel quale si evidenzia come da almeno 10 anni a questa parte i Governi che si sono succeduti non abbiano assegnato nemmeno 1 euro di quanto stanziato per la riqualificazione e la messa in sicurezza degli edifici scolastici”. ”Noi, amministratori locali, – aggiunge Saitta – siamo stati lasciati da soli, con risorse tagliate all’osso e con il blocco degli investimenti pubblici, a cercare di dare risposte alle vostre giuste richieste. Lo abbiamo fatto dedicando ogni anno buona parte dei nostri bilanci a questi obiettivi, attingendo fondi dall’Unione Europea per fare crescere nuove scuole più moderne, non solo sicure ma al passo con le nuove tecnologie e rispettose delle norme sul risparmio energetico”.
”Non possiamo permettere che si continui a tenere sottovoce una questione così drammatica e per questo – spiega il Presidente dell’Upi – vorremmo parlarne con voi, aprire un tavolo di confronto che ci permetta non solo di sollevare insieme l’attenzione pubblica su questo tema, ma di presentare al Governo proposte comuni. Insieme potremo condividere e sostenere quello che è un obiettivo comune: riportare la scuola al centro delle priorità del Paese”.

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