Categorie: Politica scolastica

Come è possibile fare #riformabuonascuola con i prof insoddisfatti?

Ogni giorno a scuola il docente indirizza, con le sue lezioni, la sua didattica e il suo metodo di lavoro, gli studenti ad apprendere e ad acquisire quelle conoscenze e competenze necessarie per il loro percorso di formazione. Quindi il docente è la figura centrale per la formazione dello studente. Se un insegnante non è preparato o non è in grado di trasmettere il suo sapere agli alunni, la conseguenza di ciò è il grave fallimento educativo e formativo degli stessi alunni. Purtroppo è da anni che la figura docente ha perso la sua autorevolezza professionale e il suo ruolo di autonomia didattica.

Oggi l’insegnante si trova stretto tra le pretese, a volte arroganti e indolenti, dei genitori e l’autoritarismo del dirigente scolastico, che non vuole assolutamente avere seccature con le famiglie degli studenti.

La scuola dell’autonomia e del libero mercato, ha fatto diventare gli insegnanti dei veri e propri “commessi”, che devono eseguire gli ordini del “committente” che è il dirigente scolastico, al fine di offrire un servizio pubblico di qualità e gradito ai clienti, che sono gli studenti e le loro famiglie. Questo sistema ha fortemente mortificato il ruolo degli insegnanti, riducendo la loro libertà d’insegnamento e la loro creatività didattica, ma soprattutto ha reso la professione docente poco appetibile e per niente apprezzata.

Una professione quella docente anche malpagata e priva di un riconoscimento sociale, tanto che i nostri giovani non la considerano una professione da perseguire. In buona sostanza i nostri prof, sono stressati, demotivati , poco considerati, con retribuzioni da proletariato e a loro vengono chiesti ancora sacrifici.

Su queste basi, una domanda sorge spontanea: “come è possibile fare la buona scuola con i prof in cattività?”. La risposta è semplice e scontata: “non ci sarà nessuna buona scuola, finché non si darà centralità al ruolo degli insegnanti, restituendo loro la dignità rubata, la libertà d’insegnamento, una retribuzione europea e soprattutto il rispetto dovuto da parte delle famiglie e dei dirigenti scolastici”.

Per fare una buona scuola bisogna eliminare, senza alcuna remora, gli insegnanti incapaci e incompetenti, ma una volta fatto questo, bisogna riconoscere pienamente, giuridicamente ed economicamente, il valore professionale di chi è ritenuto idoneo a fare il docente.

La buona scuola che viene propagandata è invece una scuola dove i prof resteranno sempre di più in cattività, con maggiori carichi di lavoro, sempre più sottoposti al dirigente scolastico e sempre peggio retribuiti.

Lucio Ficara

Articoli recenti

La Corte di Cassazione (marzo 2024) conferma che la Carta Docente (500 euro) spetta ai precari: come richiederla

Con la nuova decisione del 24 marzo 2024, la Corte di Cassazione ha confermato la…

29/04/2024

Concorso docenti di religione cattolica, bandi in arrivo: bozze presentate ai sindacati il 30 aprile

Nel pomeriggio di domani, 30 aprile, la Fgu/Snadir è stata convocata dal Ministero dell’Istruzione e…

29/04/2024

Graduatorie III fascia Ata, nomine rischio per il 2024/25: forti contestazioni

Il parere del CSPI del 26 aprile 2024 anche se obbligatorio ma non condizionante, sta…

29/04/2024

Sistemi scolastici: la differenza tra Oriente e Occidente

Ho studiato, per curiosità professionale, alcuni sistemi scolastico-universitari orientali: che differenza rispetto a quelli occidentali!…

29/04/2024

Franco Di Mare, il suo appello anni fa: “Sostenere i docenti, una vita piegata sui libri e il peggiore stipendio d’Europa”

La notizia è esplosa ieri: il giornalista Franco Di Mare, 68 anni, ex inviato di…

29/04/2024