Politica scolastica

Concorsi e assunzioni: è scontro nella maggioranza, ma c’è anche il duello Pittoni-Granato

Mentre si è in attesa di conoscere l’esito della mediazione promessa dal presidente Giuseppe Conte, le forze politiche continuano a litigare sulla questione dei concorsi e del precariato.

“Il concorso straordinario previsto dalla legge n. 159/2019 – dichiara il senatore della Lega Mario Pittoni – non può oggettivamente assegnare i docenti vincitori alle classi del prossimo anno scolastico poiché, con il termine di presentazione delle istanze di partecipazione fissato al 3 luglio 2020, riesce di fatto impossibile immaginare il rispetto dei tempi.
Anche con risibili prove dei candidati in aula informatica intorno al 4-5 agosto o altrettanto risibili valutazioni dei titoli (operazione delicata) intorno a ferragosto, anche semplificando al massimo il concorso nella fase di espletamento della prova scritta computer based, non è ottenibile alcun significativo risparmio di tempo”.

“Non è così – spiega la senatrice 5S Bianca Granato, da  noi contattata telefonicamente – perché la valutazione dei titoli riguarderà solo i docenti che supereranno la prova con un punteggio di almeno 7/10”.
“Senza considerare – aggiunge – che in una prima fase i candidati potrebbero semplicemente inserire i dati in una piattaforma che consenta il calcolo automatico del punteggio; solo al momento dell’assunzione si farà un controllo accurato di quanto dichiarato. Sapendo che una dichiarazione falsa potrebbe avere conseguenze pesanti, penso che tutti saranno molto attenti”.

“Un concorso per soli titoli così strutturato – ribatte Pittoni – necessariamente dovrebbe fare riferimento a una tabella di valutazione da allestire ex novo, ovviamente previo confronto con le parti sociali per evitare nuove tensioni e possibili contenziosi seriali”.
E comunque Mario Pittoni insiste su un punto a suo parere dirimente: i concorsi per soli titoli sono pienamente legittimi e non violano alcun principio costituzionale.
“Il concorso per soli titoli – spiega infatti Pittoni – era nato nel 1989 (il ben noto “doppio canale) e nel 1999 è stato convertito dalla legge 124 in graduatoria permanente (ora ad esaurimento)”.
“Lo strumento ‘graduatoria’ – conclude il senatore leghista – pertanto è pienamente legittimo, ha pari dignità rispetto al concorso ordinario ed è anche ‘tutelato’, dal momento che la Suprema Corte ha sancito che ad essa va assegnato il 50% dei posti annualmente disponibili, percentuale pure aumentabile nel caso di esaurimento di parallele graduatorie concorsuali”.

Replica però Bianca Granato: “La linea del Movimento 5 Stelle sulla scuola e sui concorsi in particolare, non cambia. Il merito resta l’elemento centrale ed imprescindibile per accedere al ruolo di insegnante”.
E, in vista dell’incontro decisivo ormai imminente fra le forze di maggioranza, Granato fa anche una dichiarazione distensiva: “Accogliamo comunque con favore le parole del capogruppo del Partito democratico Andrea Marcucci, che dichiara di non voler rinunciare al merito ed alla selezione. Su questa base è possibile trovare un accordo, purché la selezione sia davvero meritocratica e che si evitino soluzioni pasticciate”.

In questo dibattito-scontro si inserisce la proposta del Gruppo FB “Scuola Bene Comune” che si può così sintetizzare: ritiro dei bandi dei concorsi speciali per la scuola secondaria e per le abilitazioni,  costituzione di una graduatoria per titoli per i docenti che con almeno tre anni di servizio nella scuola statale e con un anno di servizio per la classe di concorso per cui intendono partecipare, percorso di immissione in ruolo per i primi 32mila docenti in graduatoria.
Dopo la nomina e l’assegnazione della sede – aggiunge ancora SBC – i candidati parteciperanno ad un corso concorso con esame finale davanti al comitato di valutazione di altra scuola integrato da due membri di cui un dirigente scolastico. La prova orale consisterà nella presentazione di una lezione. Durante l’anno di assunzione i docenti, se non in possesso, conseguiranno 24 CFU a spese dello Stato.

 

Reginaldo Palermo

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